Via da Shanghai, sono a Prato la moglie e le figlie del console italiano

La famiglia del diplomatico è in città, ospite dei genitori di lui. "Stiamo tutti bene". Su un'app lo stato di salute dei passeggeri sul volo

Coronavirus, la gente si difende con le mascherine (Foto Ansa)

Coronavirus, la gente si difende con le mascherine (Foto Ansa)

Prato, 2 febbraio 2020 - La moglie e le due piccole figlie di Michele Cecchi, console italiano a Shanghai, hanno lasciato la Cina e da lunedi scorso sono a Prato, ospiti nella casa dei genitori del diplomatico. Lo hanno fatto per ragioni precauzionali: meglio in questo periodo evitare di rimanere in Cina, benché a Shanghai la sitazione sia relativamente tranquilla.

La signora Cecchi e le bimbe sono arrivate lunedi scorso e fino a lunedì prossimo resteranno in casa, senza uscire, senza ricevere nessuno. "Mia nuora ha deciso volontariamente, come gesto di coscienza, senza aver ricevuto prescrizioni di sorta, di osservare la procedura consigliata durante il periodo di incubazione del virus, che è di 14 giorni" spiega la madre del console italiano in Cina. "Io e mio marito usciamo, facciamo spesa, ci comportiamo normalmente, ma evitiamo di ricevere visite. Io, mio marito, le nipotine e la loro madre stiamo bene. Né raffreddore, né tosse, né mal di gola". La moglie del console consulta costantemente l'app da cui si monitorano le condizioni dei passeggeri del volo China Eastern, col quale sono giunte a Fiumicino. A sabato sera nessuno a bordo dell'aereo risultava ammalato.

Quanto a Michele Cecchi, 47 anni, nato a Prato, i genitori in continuo contatto con lui, raccontano come sia cambiata la sua vita. "Il personale cinese dell'ufficio non va al lavoro. Sono rimasti gli addetti italiani che provvedono da soli e stanno tutti bene. Nostro figlio va in ufficio guidando, perché ora non ha autista. Il cibo viene acquistato on line, per limitare le uscite, ma le consegne, effettuate al portone dei blocchi, avvengono in ritardo perché la gran parte dei fattorini non è rientrata a Shanghai".

E il console, non pensa di rientrare? "Nostro figlio ha un fortissimo senso di responsabilità e rispetto per le istituzioni: conoscendolo, verrebbe via solo se andassero a prelevarlo con un aereo militare. È più sereno sapendo che la famiglia è lontana dalla Cina, ma sa di rappresentare l'Italia e non abbandonerà mai la nave volontariamente".

Paura per lui? "Paura no - risponde il padre Fernando Cecchi - sappiamo che è in un ambiente sicuro, a Shanghai sono organizzati. Piuttosto, leggendo i giornali italiani e guardando la tv si percepisce in Italia un forte clima di allarme, forse amplificato rispetto alla situazione reale. Non c'è pandemia, non ci sono persone ammalate. Vien da dire che paradossalmente e sembra esserci un clima più sereno a Shanghai, che a Prato e in Italia".