"Tante telefonate di imprenditori in ginocchio"

Il presidente Mauro Lassi: “Molti ci raccontano che di fronte a questa sciagura sanitaria ed economica si aspettavamo più sostegno da chi ne ha facoltà, sono delusi e arrabbiati"

Mauro Lassi

Mauro Lassi

Prato, 31 maggio 2020 - "Siamo d’accordo con i grandi piani d’emergenza, sia a livello di Governo centrale che regionale, ma allo stato attuale c’è una verità: che l’imprenditore sta combattendo ancora con le sue disperazioni, Ci sono tante imprese anche piccole e piccolissime che avrebbero bisogno di essere assistite in maniera diversa. Le imprese del territorio, obbligate dal decreto legge a restare chiuse, hanno bisogno in questo momento di un reale indennizzo e un reale sostegno da chi ne ha facoltà". Il presidente di Confesercenti Prato, Mauro Lassi, racconta una realtà drammatica che rivela sempre più l'altra faccia mortale di questo virus: la questione economica. E racconta un particolare drammmatico: "Riceviamo tante telefonate di imprenditori in ginocchio"

"Fino ad oggi le risorse stanziate si sono rivelate insufficienti - spiega - e oltretutto, zeppe di burocrazia. Le difficoltà amministrative in cui sono incorsi i beneficiari delle stesse sono state tali da averle di fatto rese scarsamente utilizzate. Anche questo ultimo Decreto Rilancio si muove ancora nel solco dell’emergenza e della burocrazia una montagna di pagine e complessivi 266 articoli e un trionfo di linguaggio burocratico che rimanda ad altre norme e serviranno quasi 100 decreti attuativi per darne dare piena attuazione. Certamente, la manovra è importante: si parla di oltre 55 miliardi di euro messi a disposizione e potrebbero, se ben utilizzati, dare un sostanzioso contributo alla “ripartenza” non certamente al rilancio ma la prima cosa che emerge è la quantità degli interventi, tanto numerosi da toccare tutti i possibili comparti e settori e quindi si avverte subito il rischio che si intervenga con strumenti troppo frammentati per essere davvero efficaci. Di queste risorse, quelle mobilitate a favore delle imprese di minori dimensioni sono circa 12 miliardi di euro, ossia poco meno di un quarto del totale".

"Valutiamo con favore - continua Lassi - anche l’introduzione delle discipline relative ai crediti d’imposta e ci appare innovativa la possibilità di cessione a terzi dei crediti spettanti, bene anche il credito d’imposta per le spese necessarie alla messa in sicurezza dell’ambiente di lavoro e l’abolizione completa delle “clausole di salvaguardia”, un macigno che ormai da circa un decennio pesava sulle nostre manovre di bilancio. Manca però ciò di cui il nostro Paese ha maggior bisogno: strategie di sviluppo, investimenti e vere semplificazioni burocratiche. Se passano ere geologiche tra il dire e il dare, si cacciano nei guai i destinatari dei provvedimenti come purtroppo sta succedendo. Da quando il DL Rilancio è stato annunciato ad ora che se ne discute in Parlamento, sono passati numerosi giorni: il carattere dell’urgenza - tipico dello strumento legislativo adottato dal Governo - è andato perso lungo la strada. Nel frattempo la situazione è molto grave e la previsione della scomparsa di decine di migliaia di aziende, purtroppo si fa sempre più reale. Il rischio di desertificazione delle attività commerciali è innegabile e deve essere affrontato".

Sul fronte richieste, Lassi spiega: "Chiediamo al Governo sburocratizzazione e semplificazione delle procedure amministrative, aumento dei contributi a fondo perduto prendendo a riferimento non solo il mese di aprile ma tutto il periodo di chiusura forzata o di riduzione drastica del volume d’affari per lavoratori autonomi e micro imprese per garantire la loro tenuta oltre alla massima tempestività e semplicità per la loro concreta attuazione. Occorre inoltre una sospensione delle imposte sui redditi per tutto il 2020. Alla Regione Toscana chiediamo la concessione di contributi a fondo perduto che consentano alle imprese che hanno ottenuto un prestito per esigenze di liquidità di far fronte agli oneri connessi al credito. Chiediamo inoltre un bonus una tantum a fondo perduto a favore delle microimprese artigiane, commerciali, industriali e di servizi, colpite dall’attuale crisi economico-finanziaria causata dall’emergenza sanitaria “COVID-19”. Occorre per altro l’istituzione di un fondo per contributi affitti per le attività commerciali e artigianali. Al Comune di Prato raccomandiamo la cancellazione e non la sospensione di imposte, tasse e tributi (IMU, Tari, Cosap, ecc) per tutte le attività che hanno dovuto chiudere le loro attività o che hanno avuto una forte contrazione degli incassi riferiti al periodo interessato dall’emergenza. Di fondamentale importanza l’azzeramento del suolo pubblico anche per il commercio ambulante e altre attività commerciali fino al 31/12/2020. Serve l’utilizzo di parte della tassa di soggiorno per sostenere le imprese. Inoltre c’è la questione utenze da abbattere con i gestori utilities in particolare quelle a partecipazione pubblica. Chiediamo l’istituzione di fondo per contributi affitti per le attività commerciali e artigianali. Così come la riduzione IMU per gli immobili di proprietà dell’attività commerciale, riduzione IMU per i proprietari che raggiungono un accordo bonario per la diminuzione della locazione. Servono parcheggi a sosta gratuita fino ad ottobre 2020 per incentivare gli acquisti".