Covid Prato. Comunità cinese sotto choc. "Terrorizzati dai contagi"

Molti cittadini orientali non sono immunizzati. Don Wang Pietro spiega: "Ci sono stati problemi organizzativi, ma ora è scattata la corsa all’iniezione"

I cittadini orientali in fila all’hub Pellegrinaio Novo durante un open day

I cittadini orientali in fila all’hub Pellegrinaio Novo durante un open day

La pandemia, grazie soprattutto alla diffusione dei vaccini, inizia a mollare un po’ la presa. E se in generale le persone cominciano a riprendersi pezzi della normalità perduta, nella comunità cinese di Prato la situazione è invece ancora molto critica, e il trend epidemiologico non sembra esser coerente con il resto della città. I cinesi di Prato sono sotto choc per le ultime tre vittime del Covid, decedute dopo giorni di agonia in terapia intensiva all’ospedale Santo Stefano. Soprattutto sono sconvolti dal destino toccato in sorte a Hu Pingping, la più giovane delle tre vite spezzate dal virus, di soli 23 anni. Una giovane donna non ancora vaccinata, stroncata dalla furia del covid, che come si sa è molto più pericoloso – fino a diventare potenzialmente letale – per coloro che non sono ancora immunizzati. Anche le altre due vittime erano comunque giovani, entrambi uomini di 43 e 53 anni.

"La comunità non ha abbassato la guardia e si stringe intorno ai familiari di queste vittime, una di queste giovanissima – dice Don Wang Pietro, prete cattolico di origine cinese –. Purtroppo, tra i cinesi di Prato in tanti non sono ancora vaccinati, e non perché non hanno voglia. Ci sono stati dei seri problemi logistici e organizzativi, soprattutto per coloro sprovvisti della tessera sanitaria. Ma tutti stanno cercando di fare la loro parte al meglio. Queste gravi perdite devono far riflettere: dobbiamo spingere il più possibile sulle vaccinazioni". E Don Pietro, viceparroco dell’Ascensione al Pino, lo sa bene, essendo stato tra i primi ad organizzare tutta la rete della vaccinazione di queste persone, insieme a Comune, associazioni cinesi e Asl. In migliaia si sono immunizzati, molti altri mancano ancora all’appello. "Ma ci arriveremo – continua Don Pietro –. Sicuramente nella comunità cinese di Prato oggi c’è grande preoccupazione, ma la stragrande maggioranza dei cittadini vuole vaccinarsi e vuole farlo presto". E a giudicare dal sentimento generale espresso sui social cinesi, spulciando tra post e chat, non tanto per tornare al ristorante o a divertirsi, quanto invece per difendersi dal contagio. "Perché – spiega Weng, titolare di un ristorante in Chinatown – i cinesi di Prato hanno ancora paura, soprattutto in questo periodo dove infezioni e purtroppo morti continuano ad aumentare. La ripresa c’è in quasi tutti i settori tranne che in quello della socialità".

Ma da dove arrivano i contagi? Sicuramente una parte della platea riguarda coloro che ancora non sono riusciti a vaccinarsi, ma un’altra componente emerge sicuramente dal mondo del lavoro, soprattutto in quello delle imprese pronto-moda, in cui risulta più complicato far rispettare i protocolli anticontagio.

La comunità cinese di Prato ha fretta e vuole raggiungere il prima possibile una soglia significativa di cittadini immunizzati, soprattutto in vista del 15 ottobre, data in cui scatterà l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori.

Miaomiao Huang