REDAZIONE PRATO

Commozione e ricordi: "Ha avuto Prato nel cuore"

Chiesa e spazi esterni gremiti. Don Carlo Geraci nell’omelia si è soffermato sulla vita, il lavoro dell’ex imprenditore e la sua lunga presidenza nella società.

Il funerale nella chiesa di Santa Maria della Pietà

Il funerale nella chiesa di Santa Maria della Pietà

Chiesa di Santa Maria della Pietà gremita di gente per l’ultimo saluto ad Andrea Toccafondi, ex presidente del Prato Calcio. Quella di ieri pomeriggio è stata una cerimonia sobria e composta ma che ha contribuito, attraverso le parole del parroco, a far conoscere altri aspetti della vita dell’ex impreniditore e a trasmettere un messaggio per tutti: "Essere uomini o donne per realizzare un progetto più grande". Il parroco Don Carlo Geraci ha raccontato, durante l’omelia, di non aver conosciuto Andrea Toccafondi, poichè si era trasferito a Bergamo, ma nei giorni scorsi ha ascoltato tante testimonianze sulla sua vita.

"Andrea - ha detto don Carlo - per questa città è stato un imprenditore e un uomo di sport. Ha avuto 400 dipendenti e ha fatto 40 anni di professionismo nel calcio, e tutto questo non è scontato perché siamo alle porte di Firenze e da appassionato di calcio so quanto sia difficile resistere in questo ambiente. Il calcio è bello ma ti può portare dalle stelle alle stalle. A Prato ha portato avanti anche l’attività giovanile, non solo la prima squadra e per questo possiamo dirgli grazie. Ha avuto la città nel cuore. La vita però non dura i 90 minuti di una partita, si gioca sulle relazioni, quelle che Andrea ha intessuto con la famiglia, con gli amici, i collaboratori, con la gente. Andrea è stato un “uomo per“... un progetto più grande. Ed essere uomini e donne “per qualcosa di più grande“ è richiesto a tutti noi, al di là del successo professionale o sportivo che possiamo avere. Credo che l’eredità morale sia la cosa più grande che un uomo può lasciare ai suoi figli. Nelle nostre azioni quotidiane, a scuola, a casa, al lavoro, nei rapporti con i figli o col coniuge siamo chiamati ad un impegno forte. Nel giorno del funerale non celebriamo la morte ma la vita nuova. I figli di Andrea hanno l’onere di portare avanti l’insegnamento del babbo".

La chiesa non è riuscita ad accogliere tutti i partecipanti, molta gente è rimasta fuori e a metà celebrazione un signore anziano ha avuto un abbassamento di pressione ma si è subito ripreso ed ha voluto restare all’interno per salutare il suo amico. Toccanfondi ha lasciato un ricordo significativo in tanti pratesi e lo si vedeva dai volti della gente e dalla commozione generale, dagli abbracci con i familiari. Sull’altare la corona del Prato calcio con fiori bianchi e azzurri.

M. Serena Quercioli