Collezione degli Alberti, i quadri sono rientrati a Prato in gran segreto

Bellini, Filippo Lippi, Caravaggio: la collezione appartiene alla città

Nel  2017 Biffoni e Mion siglano l’accordo per il ritorno dei quadri a Prato

Nel 2017 Biffoni e Mion siglano l’accordo per il ritorno dei quadri a Prato

Prato, 6 aprile 2018 - Come anticipato oggi sul giornale cartaceo, il crocifisso di Giovanni Bellini e le opere della collezione della Galleria degli Alberti sono tornate a casa. A Prato. Quasi tutti i dipinti che un tempo facevano bella mostra di sé nella storica sede centrale della CariPrato prima, e della ormai ex BpVi poi, sono ormai rientrati in città e sarebbero custoditi nel caveau di una delle sedi della ex popolare di Vicenza liberate di recente da Intesa San Paolo. Resta però da sciogliere il nodo relativo al loro destino futuro. Oggi l’intera collezione, che oltre al «Crocifisso» comprende dipinti su tavola del ‘400 e ‘500, opere di scuola toscana del ‘600 e una serie di sculture del pratese Lorenzo Bartolini, oltre a dipinti di Caravaggio («La Coronazione di spine»), Santi di Tito e Filippo Lippi («Madonna con Bambino») è di proprietà dell’ex Banca Popolare di Vicenza, in liquidazione coatta. I liquidatori hanno l’obbligo, per legge, di massimizzare il patrimonio ottenibile dalla liquidazione, così da soddisfare nel miglior modo possibile i creditori. E di farlo in aste pubbliche. E’ anche vero, però, che su quelle opere pesa un importante vincolo imposto dalla Soprintendenza che le lega indissolubilmente a Prato e a Palazzo degli Alberti, la loro collocazione originaria.

Proprio Palazzo degli Alberti è l’unica sede ex BpVi pratese rientrata di diritto, dopo l’acquisizione delle due ex Venete, nel patrimonio di Intesa San Paolo, che per il momento resta alla finestra. Considerando il valore milionario delle opere della collezione e i pesanti vincoli esistenti, sembra difficile ipotizzarne l’acquisto da parte di terze parti, che dovrebbero comunque lasciarle all’interno del palazzo di proprietà di Intesa. Un importante risultato era stato ottenuto grazie all’impegno di Comune e Soprintendenza di Firenze, Prato e Pistoia che, dopo il patto firmato nel gennaio del 2017, anche nello scorso dicembre avevano di nuovo riunito i liquidatori ex BpVi e i vertici di Intesa San Paolo, della Fondazione Cassa di Risparmio e di Confindustria Toscana Nord, per arrivare finalmente a far rientrare a Prato tutte le opere della Galleria degli Alberti.

Un primo passo non da poco, se si considera che proprio i liquidatori dell’ex popolare vicentina avevano presentato un ricorso al Tar contro i vincoli e un ricorso specifico alla presidenza della Repubblica soltanto per il Crocifisso del Bellini (in entrambi i casi il Comune si è costituito in giudizio contro i ricorsi, ma le pratiche sono in stand-by) e poi avevano fatto leva sugli obblighi imposti loro dalla legge per sciogliere il patto siglato per il rientro della Galleria. Nello scorso febbraio un nuovo incontro fra Soprintendenza, Comune, Intesa e liquidatori ex BpVi, decisivo per velocizzare il rientro delle opere. Resta ancora da sciogliere l’impasse relativo alla proprietà di dipinti e sculture e alla possibilità di renderli fruibili al pubblico. Pare però che ci siano dei contatti ben avviati fra i liquidatori e Intesa San Paolo. «Abbiamo partecipato a tutti gli incontri, siamo al corrente del rientro delle opere, Crocifisso del Bellni compreso, e siamo contenti del risultato raggiunto e della collaborazione dei soggetti presenti al tavolo», commenta l’assessore alla cultura Simone Mangani. «Per non incidere sul percorso di rientro e visto che non si tratta di opere di proprietà dell’amministrazione comunale, abbiamo mantenuto il riserbo. Come abbiamo sempre fatto, siamo pronti a collaborare per la massima valorizzazione della Galleria».