"Clima pazzo. A picco la produzione di miele"

Daniela Daniele, apicoltrice: "Quanti ostacoli. E ora anche trovare i vasetti di vetro e le etichette di carta è difficile. E sono carissimi"

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Il clima impazzito ha dimezzato la produzione di miele in Italia e anche in Toscana la situazione è critica. A lanciare l’ allarme è Coldiretti che ha stimato una perdita del 40% e a confermarlo è Daniela Daniele, apicoltrice carmignanese, titolare dell’ azienda agricola Puro Carmignano e anche responsabile donna Impresa Coldiretti di Firenze e Prato, membro dell’ Associazione Toscana miele e del Biodistretto del Montalbano. "Nel 2021 a causa sia della gelata di maggio che della siccità, la produzione di miele era stata quasi nulla. Quest’ anno non ci possiamo lamentare, ma se facciamo un confronto con gli anni precedenti abbiamo registrato un calo del 40%. Se continua così la situazione rischia di andare in emergenza" . La siccità e i nubifragi hanno dunque tagliato quasi la metà della produzione di miele, con le fioriture estive bruciate dal caldo o distrutte dalla grandine e le api, allo stremo, sono state costrette ad allungare i voli per trovare un po’ di nutrimento. "Siamo molto preoccupati – continua Daniele - perché la situazione climatica non ha nessuna intenzione di migliorare. Se persiste questa siccità, avremo bisogno di aiuti da parte delle istituzioni per la raccolta delle acque. Se avessimo degli invasi saremmo in grado di recuperare tantissima acqua piovana, ma i costi sono troppo elevati e le aziende agricole non possono sostenerli. Ricordiamoci che l’ ape è fondamentale nel sistema agricolo mondiale". L’impollinazione, infatti, è almeno in parte responsabile di circa il 75% della produzione agricola necessaria per l’alimentazione. "A Carmignano c’è poi il problema dei vincoli paesaggistici che blocca la possibilità di creare dei laghetti, che sarebbero utili per reperire acqua. Il Comune è attento ai problemi ambientali, ma le problematiche sono tante e i costi enormi". E continua: "L’ attività agricola è un’ attività imprenditoriale, ma anche sociale. E troppo spesso ce ne dimentichiamo. L’agricoltore che mantiene il terreno, lo cura e non lo trasforma in bosco dovrebbe essere sostenuto economicamente dalle istituzioni". Oltre al problema climatico, ci sono gli aumenti del costo della materia prima. "E’ diventato difficilissimo reperire i materiali per il confezionamento del miele. Il vetro non si trova e se si trova è carissimo, ma anche la carta per le etichette è difficile da reperire. Di conseguenza anche il prezzo finale del miele è aumentato". E conclude: "Non possiamo continuare così. Il lavoro dell’ apicoltore è tanto, ogni anno da marzo a luglio anticipiamo i costi di produzione, ma con un 40% di produzione in meno non rientriamo nelle spese".

Caterina Cappellini