Stop a cibo e bevande nei circoli. 'Finalmente concorrenza leale'

Confcommercio apporva la sentenza della Cassazione

Novità in arrivo per i circoli privati del territorio

Novità in arrivo per i circoli privati del territorio

Prato, 19 luglio 2018 - La sezione tributaria della Corte di Cassazione spaventa i circoli sportivi e ricreativi. Con una delle ultime ordinanze si è infatti stabilito che un qualsiasi ente senza scopo di lucro non può esercitare attività di somministrazione dietro pagamento di specifici corrispettivi economici che eccedano i costi vivi, pena la decadenza di tutti i vantaggi fiscali riservati agli enti non commerciali. Una indicazione che rischia di essere un vero e proprio terremoto per i vari circoli Arci, Acli e Mcl del teritorio, ma anche per i circoli sportivi e per tutti quegli enti che, almeno in teoria, dovrebbero comunque rivolgere le loro attività esclusivamente agli associati.

Da adesso con l’aggiunta di dover escludere, anche in quest’ultimo caso, qualsiasi tipo di ricavo. Piena soddisfazione, invece, arriva da Fipe-Confcommercio, il sindacato di categoria che parla a nome dei pubblici esercizi della provincia aderenti all’associazione. «Stesso mercato stesse regole. Dopo anni di proposte finalizzate a mettere sullo stesso piano ogni iniziativa di somministrazione di alimenti e bevande rivolta allo stesso bacino di consumatori, finalmente la corte di Cassazione ha stabilito che un ente senza scopo di lucro non può esercitare l’attività di somministrazione dietro il pagamento di corrispettivi che eccedono i costi vivi – si legge in una nota ufficiale –. Affinché i circoli possano beneficiare dei vantaggi fiscali riservati agli enti non commerciali, la loro attività deve essere rivolta solo agli associati e priva di ricavi». Secondo l’Istat sono oltre 19mila i circoli ricreativi e sportivi nella Regione e oltre un terzo di questi ha esercitato fino a oggi attività commerciale senza essere soggetto agli adempimenti finanziari e burocratici che pesano invece sulle aziende.

«Tutelare consumatori e imprese è la nostra priorità e siamo quindi soddisfatti», afferma Tommaso Gei, presidente Fipe-Prato. «Questo non vuol dire sottovalutare l’importanza dei circoli privati e delle vere proprie sagre che, soprattutto nelle realtà più piccole, svolgono un ruolo essenziale di aggregazione sociale e promozione delle tradizioni. La loro presenza è fondamentale, ma lo è, allo stesso tempo, garantire una condizione di concorrenza leale nel settore della ristorazione, estendendo a tutti quei soggetti che vogliono somministrare cibo e bevande dietro compenso, gli stessi diritti e doveri ai quali sono soggetti le aziende». Poi la conclusione: «Chiediamo alle istituzioni e agli organi preposti al controllo di garantire il rispetto di questi principi fondamentali – precisa Gei –, affinché quanto espresso dalla Cassazione diventi realtà e si possa parlare di un mercato sano ed equo per tutti».