"Roberta Betti, Silvio Giannini e Rodolfo Betti: la Prato irridente e ironica"

L'ordine goliardico del Chiavaccio ricorda le figure che hanno rappresentato con divertimento gli anni d'oro della città

Silvio Giannini, Roberta Betti e  Rodolfo Betti

Silvio Giannini, Roberta Betti e Rodolfo Betti

Prato. 25 gennaio 2020 - "Con Roberta Betti se n’è andato l'ultimo elemento di un formidabile trio formato da lei, Silvio Giannini e Rodolfo Betti, che ha rappresentato per più di mezzo secolo la Prato irridente, ironica, estroversa, un po’ cialtrona che Malaparte ha tanto amato e così ben descritto in Maledetti Toscani". Lo scrive in una nota l'ordine goliardico del Chiavaccio, partecipando a lutto della città per la scomparsa di Roberta Betti avvenuta mercoledì 23 gennaio.   "I tre - proseguie la nota -  hanno introdotto molte generazioni di giovani al teatro, particolarmente quello leggero, scoprendo veri e propri talenti alcuni dei quali hanno poi proseguito verso palcoscenici di ben più grande rilevanza. Giannini, inventore della Rivista del Buzzi, vulcano di idee e attività anche sul versante della politica e dell’imprenditoria; il Betti più attento alla battuta, all’intreccio comico, al vernacolo e alla storia pratese; la Roberta Betti a suo agio sul versante musicale ma ferrea nella volontà di far vivere la rivista e, in tempi successivi, di portare a Prato il Teatro specialmente quello leggero". Su Roberta il Chiavaccio ricorda che "con la sua tenacia, volontà e passione è riuscita a far rivivere il morente Politeama Pratese, il Banchini per dirla in pratese vero, convincendo, ma meglio sarebbe dire costringendo l’Amministrazione cittadina ad appoggiare il suo progetto, poi pienamente riuscito come quotidianamente ci è dato di vedere, e coinvolgendo in questo suo immane progetto, che avrebbe fatto tremare i polsi a molti, quasi tutta la Città.

L’Ordine del Chiavaccio, che dai tre ha sempre attinto linfa e consigli per la sua attività teatrale–goliardica, non può non ricordare con affetto la Roberta, anche per i suoi rimproveri per le stonature e le distorsioni delle sue arie, che volentieri componeva ed elargiva non solo all'amato Buzzi ma anche per le rappresentazioni teatrali dei goliardi pratesi quali furono la “Merenda delle Beffe” e il “Pio dei Tolomei” (primi anni 60), i vari spettacoli di cabaret (anni 70, i primi dei quali alla discoteca In's Gap), “Chez Nous” (rievocazione del Café Chantant andata in scena nel 1972 nel piccolo teatro bomboniera della Guido Monaco con i migliori attori storici del Buzzi e del Chiavaccio), eccetera. Roberta Betti, pur non avendo mai ha frequentato l'università, era legata alla Goliardia dal tempo di quelle rappresentazioni, e resterà per sempre nel cuore di tutti i Goliardi Pratesi di ogni età.