
Cesare Guasti salva. Scatta la festa di Natale: "Qui alunni da 23 Paesi"
"Se ci tolgono il nome ci tolgono la nostra identità". È riassunta nel pensiero di Kevin, otto anni, studente della Cesare Guasti, la scuola più antica della città, la sintesi dell’importanza per un istituto di mantenere la propria autonomia minata dalla recente decisione del governo di accorpare gli istituti sotto un certo numero di iscritti. Inizialmente l’asticella era stata fissata a 800 poi ridotti a 600 dalla Regione. Marco Polo, il comprensivo del quale fa parte la Cesare Guasti dopo mesi di preoccupazioni è salvo, manterrà la propria autonomia che nel concreto significa mantenere un dirigente scolastico, una segreteria, un direttore dei servizi amministrativi (e quindi posti di lavoro), ma soprattutto "una identità di scuola con progetti dedicati e una didattica tagliata su misura". Niente di più necessario in una realtà come la Cesare Guasti che parla 23 lingue diverse e conta nelle classi bambini provenienti anche da quindi paesi diversi. Tutti uniti nella scuola. Un unicum che esiste a Prato e che Prato ha difeso con le unghie e con i denti.
"Un plesso se perde la propria identità, il proprio nome perde anche la sua storia – spiega la dirigente, Maria Grazia Ciambellotti –. Marco Polo è la scuola per eccellenza del centro storico, ha fra le sue priorità l’innovazione, il continuo aggiornamento dei docenti, classi inclusive e una ricerca costante. Perché la diversità che è testimoniata dalle tante etnie presenti nelle nostre classi diventi una risorsa ha bisogno di un impegno e di un lavoro costante, quello che l’istituto porta avanti da anni e che con lo spettro dell’accorpamento ha rischiato di perdere".
Ieri mattina alla scuola elementare di via Santa Caterina è andata in scena una grande festa con i bambini che sulle note di Supereroi di Mr. Rain hanno portato il loro messaggio di felicità alla città: "Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro".
Silvia Bini