"Pecci pronto a riaprire, il piano B è portare arte ai Gigli" / VIDEO

La direttrice Perrella: "In 24 ore riapriremo con quattro mostre". "In caso di contrario mostreremmo le opere al centro commerciale"

Cristiana Perrella, direttrice Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato

Cristiana Perrella, direttrice Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato

Prato, 15 gennaio 2021 - «Noi siamo pronti, possiamo aprire il giorno dopo il via libera del governo. Non vediamo l’ora di poterlo fare». Cristiana Perrella, direttrice del centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, è da tempo in prima linea: i musei, gli spazi di cultura, sono presidi fondamentali in questi tempi così difficili. E’ stato lo stesso ministro Dario Franceschini ad annunciare, ieri mattina a Firenze, la possibilità di riaprirli dal 18 gennaio, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. «Purtroppo non poter riaprire nei week end e dover rispettare il coprifuoco delle 22 limita le possibilità di visita. Quanto annunciato è comunque meglio di niente», commenta Perrella. Così, se non ci saranno dietrofront da Roma e la Toscana continuerà ad avere la sua patente gialla, dopo due mesi e mezzo di lockdown la prossima settimana le porte del Pecci si apriranno di nuovo, con ogni probabilità dalle 14 alle 20. Torneranno le attività didattiche in presenza e si potranno visitare le mostre in corso, a cominciare da «Protext! Quando il tessuto si fa manifesto», chiusa appena dieci giorni dopo l’inaugurazione.  «Se non ci avessero fatto riaprire avevamo un piano B – confida Perrella –: portare l’arte contemporanea ai Gigli. Un giorno un’opera, un giorno un’altra e raccontarle ai visitatori del centro commerciale. Lavoro, consumo e social: questa non è vita, ma è stata ed è la vita di tante persone. Chiudere i musei, specialmente quelli come il nostro, non votati ai grandi flussi di turismo e finanziati con risorse pubbliche, secondo me è stata una scelta sbagliata».

In questi mesi il rapporto del Pecci con la città si è rafforzato. «Abbiamo sperimentato forme diverse di comunicare l’arte, la bellezza e la libertà – racconta la direttrice – . Allo stesso tempo abbiamo reso più più strette le relazioni con altre istituzioni culturali anche a livello internazionale. Sono stati mesi difficili, ma ci hanno costretto a metterci in discussione, ad essere flessibili e innovativi. I risultati sono stati importanti e positivi, è però arrivato il momento di riaprire le porte alle persone, con tutte le precauzioni del caso, naturalmente».

Perrella annuncia che riaprendo, il Pecci esibirà alcune mostre: Vuoto, , di Jacopo Benassi, fotografie inaugurata a settembre e aperta fino a febbraio;   Protext!, rassegna di artisti che utilizzano tessuti per lanciare messaggi di carattere umanitario, sociale e politico-internazionale, "una mostra pensata per Prato in cui ogni artista avrà una sala per sé", spiega Perrella;   Litosfera, dialogo fra un video di Sara Tirelli ed Elena Mazzi con un'installazione ambienale di Giorgio Andreotta Calò. Infine, Raid,  video e tre foto di Marcello Maloberti. 

 La prima mostra interamente progettata per il 2021 sarà una retrospettiva dedicata a Chiara Fumai: un omaggio all’artista scomparsa nel 2017 a soli 39 anni dopo aver sviluppato in modo originale e potente i linguaggi della performance art e dell’estetica femminista. Intanto, si stanno per concludere i lavori di ampliamento e restauro delle aule didattiche del museo, che potranno accogliere più bambini e magari anche classi intere delle scuole che per colpa del Covid di altri spazi hanno bisogno. Perché è dalla scuola e dai ragazzi che è importante ripartire, oggi più che mai.