Caporalato nei cantieri Condannati gli sfruttatori

Un imprenditore italiano ed uno egiziano, considerati capi dell’organizzazione dovranno scontare rispettivamente sei anni e 8 mesi e cinque anni e 8 mesi

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Si è concluso ieri il processo dell’inchiesta denominata "Cemento nero", che due anni fa ha portato alla luce un vasto giro di caporalato e sfruttamento di operai nell’ambito dell’edilizia in cantieri fra Prato, Pistoia e Firenze. Ieri il collegio giudicante, presieduto da Francesco Gratteri, ha emesso ben cinque condanne, le cui motivazioni si potranno conoscere fra novanta giorni. Le condanne più pesanti sono state inflitte a Vincenzo Marchio (assistito dall’avvocato Roberto Coscia), ritenuto il dominus dell’organizzazione criminale, e a Sabri Mohamed (assistito dall’avvocato Alessandro Oliva), condannati rispettivamente a 6 anni e 8 mesi (con 60mila euro di multa) e a 5 anni e 8 mesi (61mila euro di multa). Secondo gli inquirenti - il caso era esploso nel 2020 e l’investigazione cominciata con la denuncia di un operaio straniero che chiese aiuto alla Cgil di Firenze perché non era stato pagato - i due uomini erano i personaggi di spicco del giro di caporalato attraverso le società Eurocostruzioni 75 e Novaedil. Per i due imprenditori è stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre al divieto di ricoprire cariche in società.

Le altre tre condanne emesse dal tribunale pratese sono a carico di altrettanti cittadini pachistani e marocchini. Si tratta di Omar El Guerymy, condannato a 3 anni di reclusione e 550 euro di multa; Tariq Mehmood 3 anni e 9.200 euro di multa; Ahmed Arafa Abdell Salam Nohamed a 2 anni, pena sospesa, e 3.300 euro di multa.

Inoltre il collegio ha deciso di procedere con la confisca diretta di 113.950 euro sui conti intestati alle due società. Non solo: dovranno provvedere al risarcimento danni per gli operai sfruttati, che si sono costituituiti parte civile, e al pagamento di una provvisionale di 2.000 euro. E’ stata, infine, rigettata la richiesta di provvisionale avanzata dalla Cgil di Firenze. I cinque i condannati dovranno provvedere al risarcimento danni verso la Fillea Cgil in sede civile.

L’indagine "Cemento nero", coordinata dal sostituto procuratore Lorenzo Gestri e condotta dalla squadra mobile della questura di Prato, portò a scoprire le durissime condizioni di lavoro imposte agli operai: turni fino a 12 ore al giorno, senza risposo, ferie e contributi con una paga di 5-6 euro l’ora. Altre tre persone sono state condannate in via definitiva nei mesi scorsi, fra le quali il fratello di Sabri.