Prato, al Macrolotto tutto o quasi illegale. Su 10 ditte controllate 9 sono fuorilegge

Nuove verifiche della task force dell’ispettorato del lavoro. Sospese le attività per la presenza di operai al nero e clandestini

Ispettorato del lavoro

Ispettorato del lavoro

Prato, 24 giugno 2022 - Caporalato, sfruttamento, sicurezza sul lavoro? L’obiettivo di mettere in regola il distretto parallelo pratese è ancora ben lontano da raggiungere. Ne sono testimonianza i continui controlli a tappeto che l’Ispettorato del lavoro dalla sede centrale di Roma esegue nella nostra provincia da circa un anno, nell’ambito del progetto nazionale "Stop caporalato!". Da quando esiste il progetto gli ispettori hanno tenuto gli occhi puntati sul Macrolotto e la zona industriale di Prato ben consapevole delle tante irregolarità che regnano nelle molteplici ditte, soprattutto a conduzione cinese. E anche l’ultima tornata di verifiche ha confermato il dato sconfortante della quasi totali di aziende non in regola in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sfruttamento.

Secondo quanto emerso, su 10 aziende controllate, nove impiegavano lavoratori irregolari o violavano le norme in materia di sicurezza. Gli ispettori hanno così proceduto alla sospensione dell’attività. È il risultato dell’ultima attività di vigilanza nel distretto industriale tessile di Prato, condotta nei giorni scorsi dalla task force coordinata dall’Ispettorato territoriale di Prato che ha visto impegnati ispettori provenienti da Roma e Verona.

L’attività si è concentrata su realtà imprenditoriali che operano nei settori di confezione in serie di articoli di abbigliamento e manifattura. Le nove aziende per le quali è scattata la sospensione impiegavano irregolarmente 34 lavoratori, di cui 22 privi di permesso di soggiorno. Dalle verifiche, che hanno riguardato la regolare costituzione dei rapporti di lavoro ed il rispetto dei contratti nazionali di lavoro, sono emerse irregolarità amministrative e penali, ed in particolare: lavoro nero, occupazione di manodopera priva di regolare permesso di soggiorno, violazioni in materia di orario di lavoro e di riposi giornalieri e settimanali, omessa tranciabilità del pagamento delle retribuzioni. Sono state riscontrate e contestate, inoltre, numerose violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (omesse elaborazione del documento dei rischi, designazione del responsabile di prevenzione e protezione, formazione dei lavoratori, e elaborazione piano emergenza ed evacuazione), con le conseguenti prescrizioni.

Anche in questo caso la quasi totalità delle aziende passate al setaccio non era a norma. Altro che situazione in miglioramento, viene da pensare. Il distretto parallelo pratese continua a essere un covo di illegalità nonostante gli enormi sforzi profusi dalle istituzioni a partire dal rogo del Macrolotto (era il primo dicembre del 2013) nel quale morirono bruciati sette operai cinesi. Le irregolarità di ogni tipo continuano a esserci, come riscontrato anche dai controlli degli ispettori del lavoro.

Clamoroso è stato il bilancio di un’attività che risale all’agosto scorso quando gli ispettori controllarono ben 64 ditte nel distretto. Ebbene, 64 aziende su 64 non erano in regola. Gli illeciti? Di ogni tipo. A cominciare dallo sfruttamento della manodopera clandestina, agli orari di lavoro, alle condizioni in cui gli operai erano costretti a operare, ai salari e alla loro posizione contrattuale: molti erano al nero. I numeri furono enormi: nel corso degli accertamenti furono controllate le posizioni di 570 operai, di cui 394 provenienti da paesi extra Ue. Per 250 di loro, furono riscontrati illeciti per lavoro nero, violazioni in materia di orario di lavoro e di sicurezza. Per quattro imprenditori scattò l’arresto per l’impiego di clandestini. Oltre alle sanzioni: in 32 ditte fu sospesa l’attività per la presenza accertata di 161 operai completamente in nero, tra cui 40 clandestini. L’ultimo bilancio ha numeri più contenuti ma la sostanza degli illeciti non cambia.

L.N.