Allarme droghe e alcol tra i giovani, lo psicoterapeuta: "Cannabis già dalla prima media"

Stefano Scali: "Difficile avvicinare i giovani. Snobbano gli psicologi, si sentono etichettati". Bartoletti (cooperativa Cat): "Attenzione alla diffusione di crack, gettonato per il prezzo più basso"

Alcuni dei volontari della Cooperativa Cat, che si occupano di prevenzione

Alcuni dei volontari della Cooperativa Cat, che si occupano di prevenzione

Prato, 13 agosto 2022 - "Sia a Prato che a livello nazionale è stato fatto tanto per contrastare l’uso di cannabis, cocaina, alcol, eroina e sostanze stupefacenti varie. Purtroppo i risultati non sono stati quelli attesi. Soprattutto fra i giovani l’uso di certe sostanze, cannabis e alcol su tutte, è la normalità. Tutti pensano di potere controllare la dipendenza, ma alla fine in tanti ne pagano pesantemente le conseguenze". Stefano Scali, psicologo e psicoterapeuta, da decenni si occupa di dipendenze (prima all’Asl in salute mentale, Sert e occupandosi della promozione della salute nelle scuole, ora - con la pensione - da volontario dell’associazione Pangea e del club alcologici). E dal suo osservatorio privilegiato anche di residente del centro storico parla di "aumento dell’uso di tutte le sostanze, solo l’eroina va in controtendenza". "Si assumono anfetamine, oppure cocaina o alcol all’ennesima potenza – dice -. Il governo non ha mai fatto mancare le risorse ai servizi sanitari, ma i risultati sono stati un fallimento. Nella psicologia di massa soprattutto dei giovani certe sostanze fanno parte del loro mondo, ne sono stimolati al consumo e qualcuno ci lascia pure le penne".

Dai dati in possesso degli esperti si parla di primo approccio con la cannabis ma anche con sostanze più pesanti "fin dalla prima media". "Basta andare in centro a Prato per vedere dal giovedì alla domenica un assalto ai locali dove è tutto un continuo bere alcol – prosegue Scali -. Ormai eccedere nelle bevute è la prassi e non c’è la minima consapevolezza dei rischi potenziali". Eppure però l’esplosione dell’eroina vista dal 2012 al 2016 a Prato sembra ormai in diminuzione. "Sì, perché ha effetti più immediati, che spaventano e che ti portano a chiedere aiuto – sottolinea Scali -. Alcol e cocaina invece sembrano gestibili, i problemi arrivano dopo 7/8 anni, quindi c’è la convinzione errata di sapersi gestire". Al netto delle difficoltà nel fare capire soprattutto ai più giovani i rischi connessi agli eccessi, Scali rivendica il ruolo della prevenzione. "Sia nel servizio pubblico che nel privato, penso ad esempio al Centro di Solidarietà, è stato fatto molto. Qualche risultato si è visto, anche se manca una consapevolezza pubblica dei rischi sull’uso di alcol e droghe". Il problema è però anche quello di avvicinare i ragazzi ai servizi anti-dipendenza. "I giovani non vogliono assolutamente parlare con gli psicologi o rivolgersi ai servizi – conclude Scali -. Hanno paura di sentirsi etichettati. L’unica speranza sono i genitori, che spesso sono presenti, ma che non si rendono assolutamente conto di cosa fanno i figli". Come detto, comunque, a Prato i tentativi di sensibilizzazione sul tema non sono mai mancati.

Un altro progetto portato avanti è quello di ‘Outsiders’, finanziato dal Comune e realizzato dalla Cooperativa Cat. "Rispetto al periodo dell’esplosione dell’eroina a Porta al Serraglio, che era diventata la piazza toscana di spaccio e consumo, i numeri si sono ridotti - dice Stefano Bertoletti, responsabile del settore prevenzione della Cooperativa Cat -. La situazione è sempre delicata, ma è tornata ad assumere connotati pratesi e non più regionali. Ora c’è da fare un po’ d’attenzione sulla diffusione del consumo di crack che viene venduto a un prezzo più basso rispetto alle altre sostanze, facilitandone la diffusione". La cooperativa si occupa pure di prevenire la ‘mala-movida’. "D’accordo con Comune e Anci stiamo lavorando sulla prevenzione delle risse notturne – conclude Bertoletti -. Abbiamo fatto formazione a chi lavora nei locali, e parliamo per strada con i ragazzi. Con la pandemia è aumentata l’aggressività fra i giovani, ma ci stiamo lavorando per prevenire certi episodi".