Toppe, buche, raffiche di transenne. Viaggio in Valbisenzio sulle strade dello sconforto

Da Migliana a Fossato: ecco cosa non va. E i punti più critici

Il sopralluogo al ponte di Lentula

Il sopralluogo al ponte di Lentula

Cantagallo, 19 agosto 2018 - Se volessimo trovare un’immagine emblematica per un viaggio nelle strade del comune di Cantagallo, l’immagine sarebbe quella di una transenna. Ne abbiamo trovate molte, simbolo di una provvisorietà che può diventare definitiva, durante un sopralluogo durato un’intera mattinata attraverso quello che è il comune più grande della provincia pratese per dimensioni (conta circa 650 chilometri di strade) e più piccolo per bilancio e numero di abitanti. Con noi il consigliere comunale, Alessandro Logli, nato e cresciuto in quei luoghi, pendolare da una vita. Il nostro tour inizia a Migliana, dove diverse toppe evidenziano l’impegno dell’amministrazione a riparare temporaneamente il manto stradale che non è stato completamente rifatto dopo la posa dei tubi del metano, una decina di anni fa. Lungo la strada che porta a Usella diverse crepe, talvolta piene d’erba, segnano il cedimento della via verso valle (pochi anni fa parte della strada franò in località Castiglioncello e lasciò la frazione isolata).

«Nel nord Italia riempiono le crepe con asfalto liquido – dice Logli, ricordando che la stessa situazione è presente in gran parte delle strade di Cantagallo – in modo che non penetri l’acqua. Le strade di montagna lì hanno la giusta pendenza: l’acqua viene convogliata nelle fossette a monte. Qui invece va peggio». Ad Usella ci addentriamo nel borgo, dietro la farmacia, dove da una grossa buca, fra le tante, si intravede un tubo di scarico rotto. «Stessa situazione anche a Carmignanello», dice Logli, a cui sono arrivate diverse segnalazioni da parte di residenti. Sulla Sr 325, arteria non di competenza comunale, percorsa ogni giorno da tanti cittadini che lavorano o studiano a Prato (la Val di Bisenzio è una delle zone rurali della Toscana col più alto tasso di pendolarismo scolastico e lavorativo), ci soffermiamo su un paio di lunghe toppe arrivate pochi mesi dopo la fine dei lavori per il nuovo asfalto e su un tombino infossato che mette a dura prova ciclisti e motociclisti. La strada che mette in collegamento l’ ex statale con il Lago Verde e l’Sp2 che passa da Sant’Ippolito e che viene utilizzata come alternativa quando la Sp2 è chiusa è stata ripulita dalla vegetazione solo nel tratto che fa capo a Vernio.

Oltre ci sono transenne su una frana che le piante hanno ormai inglobato, rocce che scivolano sull’asfalto, cartelli legati con del cavo ai pali del telefono e asfalto pieno di buche. Affacciandosi sul ponte che porta alla Sp2, la vista del pilastro centrale che si sta sgretolando non è delle più confortanti, mentre a partire dalla Villa a Fossato la strada è tutta cunette e buche: manna per gli ammortizzatori. La via del ritorno è quella per Dagnana, altra via di fuga in caso di interruzione della Sp2 e Sr325, utilizzata quando la frana a Colle divise in due la Vallata. Una parte su cui poggia il ponte sul Bisenzio è crollata ed è stata messa in sicurezza con una transenna. Stesse transenne che evidenziano la frana a metà percorso, che costringe la circolazione sulla strada, già molto stretta, in quel tratto, al senso unico alternato. Sì, transenne da tutte le parti.