Bollette choc per il prezzo del gas alle stelle C’è chi paga 300.000 euro per un solo mese

Fatture rincarate di 7 volte rispetto a un anno fa. Silli (Coraggio Italia) scrive ai ministri e lancia l’allarme: "Destinati a chiudere"

Migration

di Silvia Bini

PRATO

Il caro energia rischia di bloccare le imprese pratesi. L’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, iniziato negli ultimi mesi del 2020, sta tagliando l’aria anche al distretto tessile ormai in costante debito di ossigeno. L’allarme lanciato dal Centro Studi di Confindustria nazionale in una nota pubblicata il 17 gennaio sul livello dei rincari, "arrivato a minacciare chiusure di molte aziende in assenza di interventi efficaci", si traduce nelle maxi bollette recapitate in questi giorni all’indirizzo delle imprese pratesi. I rincari sono talmente pesanti da costringere gli imprenditori a scegliere di posticipare la riapertura post natalizia (meglio chiusi che lavorare a rimessa) o peggio a indebitarsi. Si parla di aumenti nell’ordine dell’85%: in appena un anno bollette da 40.000 euro si sono trasformate in bollette da 300.000 euro. Una cifra talmente spropositata da far impressione solo a pronunciarla.

Decine di fatture-choc sono arrivate anche all’indirizzo di posta di Giorgio Silli, parlamentare di Coraggio Italia e segretario della Camera dei Deputati, che ha scritto ai ministri dell’Economia e Finanza, dello Sviluppo economico e della Transizione ecologica una lettera-appello per chiedere interventi a sostegno del distretto e suggerendo una strategia di intervento con tre punti chiave. Il primo: rateizzare le bollette dell’energia non ancora pagate in almeno 10-12 rate con lo Stato che dovrebbe farsi carico degli eventuali interessi passivi. Il secondo passo proposto da Silli punta invece a ripianare in cinque anni le perdite di esercizio 2021 e 2022. Infine, come ultimo step, la sterilizzazione delle misure applicate ai fini del rating bancario. Una lunga lettera corredata da un collage delle fatture ricevute in questi giorni dagli imprenditori pratesi, che Silli ha inviato ai ministri per far sì che comprendano, al di là di tante parole, lo stato dell’arte che sta vivendo il distretto tessile oggi toccando con mano bollette quasi decuplicate che hanno raggiunto cifre astronomiche. Aprire una fattura con un importo che sfiora i 300.000 euro per una piccola e media impresa è come ricevere una condanna a chiusura certa. Impossibile resistere con tali costi, non a caso le aziende di nobilitazione tessile sono sull’orlo di una catastrofe dopo quattro mesi di lavoro a rimessa. Con una bolletta del gas quasi decuplicata ci cono pochissime chance di sopravvivenza.

A soffrire maggiormente sono le aziende a umido, ossia tintorie e rifinizioni: quelle che fanno un largo utilizzo di gas e di energia elettrica. Per queste imprese i mesi della ripartenza con gli ordini che stavano tornando ai livelli pre Covid si sono trasformati nei mesi più difficili. Dopo le tante tempeste che ha dovuto sopportaew il distretto tessile dalla grande crisi del 2008 al ciclone della pandemia, ecco la battaglia forse più cruenta. Ora la questione non è più interrogarsi sulla ripartenza, ma sulla sopravvivenza. Il prezzo del gas oggi è dieci volte più alto rispetto al 2019. Il risultato è chiaro: con costi così elevati le aziende del distretto non possono reggere oltre tre mesi. Il costo del gas a settembre ha iniziato la rapida impennata: da 20 centesimi al metro cubo in pochi mesi è passato a 1,20 euro non importa essere geni della matematica per comprendere che i conti non tornano e non torneranno a queste condizioni.