"Bisogna riaprire le scuole E miglioriamo i trasporti"

Amministratori e presidi pratesi spingono per ridurre la Dad prima possibile. C’è chi ha investito sulla tecnologia, ma la priorità è riportare i ragazzi in classe

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Riportare gli studenti in classe prima possibile. Con il passaggio della Toscana da zona rossa a zona arancione tornerebbe la didattica in presenza per le seconde e terze medie, ma resterebbero ancora a casa gli studenti delle superiori dove la "dad" è al 100%. C’è poi l’ipotesi del rientro per le superiori a gennaio, dopo l’Epifania, come annunciato dal ministro della pubblica istruzione. Cosa ne pensano presidi e amministratori pratesi? "Le scuole seguono sin dall’inizio – dice Mario Di Carlo, dirigente scolastico del Rodari – protocolli rigidi e l’ambiente scolastico è il più sicuro. Il problema per il rischio contagi sono i trasporti e i luoghi di aggregazione. Lo dico ormai da mesi". Le scuole hanno infatti investito molte risorse per l’applicazione dei protocolli ministeriali inerenti le misure anti contagio e ora si ritrovano con le aule vuote e docenti al lavoro in videoconferenza con ulteriori problematiche. "Sono rimasta basita per la scelta di far stare a casa anche prime e seconde medie – sottolinea Ilaria Santi, assessore alla pubblica istruzione del Comune di Prato – perché è stato fatto un grandissimo lavoro mirato a limitare i contagi. I problemi sono questi: trasporto pubblico da migliorare e possibilità di chiamare i supplenti e il personale Ata. Sono gli insegnanti che si sono contagiati con più facilità. Tenere gli studenti a casa è un errore clamoroso perché viene leso il diritto alla socialità e stare a casa non fa bene neppure per l’apprendimento".

Anche per il presidente della provincia Francesco Puggelli il rientro a scuola deve avvenire a condizioni precise: "Servono presidi sanitari dedicati agli studenti e un sistema di trasporto pubblico più efficace per il distanziamento". Alcuni istituti sono riusciti a fare della didattica a distanza una eccellenza ma l’attività in presenza rimane basilare: "I laboratori del triennio – dice Alessandro Marinelli, dirigente scolastico del Buzzi – avvengono in presenza e gli studenti rientrano per quelle ore; nel biennio le attività di laboratorio sono poche, circa una o due su 32 complessive e certe materie, penso al disegno tecnico, a distanza si svolgono male. Il Buzzi ha colto questa occasione per potenziare tutta la dotazione informatica e tecnologica che permette una buona didattica a distanza e questa esperienza sarà spendibile anche in futuro".

M. Serena Quercioli