Biffoni: la crisi di governo è un errore di Renzi "Patto a Prato con M5S? Forse su singoli temi"

Il sindaco e lo strappo del vecchio amico: "Resta il rapporto umano". E sui nuovi equilibri del centrosinistra: "La politica non è il calciomercato"

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di Stefano De Biase

Prima la richiesta di lasciare il Parlamento per andare a ricoprire il ruolo di sindaco di Prato, poi il comizio congiunto nel maggio 2014 in una piazza del Duomo gremita. A seguire l’immagine della corsa fianco a fianco alla Maratonina dell’aprile 2017 e per finire l’abbraccio in piazza del Pesce lo scorso settembre, durante un comizio in vista delle regionali. Le immagini che legano il sindaco Matteo Biffoni e il leader di Italia Viva Matteo Renzi, sono molteplici. E diventa così naturale chiedere al primo cittadino un giudizio sulla crisi di governo, aperta dal vecchio amico di partito.

Sindaco, cosa pensa della scelta di Renzi?

"La crisi è un errore politico importante, che non riesco a capire. Forse a noi sfuggono le dinamiche romane, ma Renzi doveva restare dentro al governo e fare da pungolo per un cambio di passo".

Eppure Renzi è stato per lei un punto di riferimento...

"L’amicizia e i rapporti umani restano intatti. Ma uscire dal Pd è stato un errore. Le battaglie si fanno sempre dentro ai grandi partiti. Anzi, nel Pd c’è bisogno di idee diverse, altrimenti non ce la facciamo a contrastare la destra".

E’ preoccupato per le conseguenze di questa crisi di governo?

"Abbiamo una chat assieme a un po’ di sindaci di centrosinistra. La reazione generale è di preoccupazione. Le crisi lasciano ferite, rimpasti, cambi di ministri e sottosegretari. Per noi è invece fondamentale avere interlocutori certi. A maggior ragione in un periodo in cui ci sono da scrivere i progetti per il Recovery Fund, aiutare le aziende e sostenere la sanità".

A proposito di unire idee diverse: cosa ne pensa di un possibile ingresso dei 5 Stelle nella maggioranza in Regione?

"La politica non è il calciomercato, ma si basa su idee, progetti e condivisione delle scelte. Quello che succede a Roma non sempre può riflettersi sui territori. Se si allarga la platea di coloro che guardano in maniera convinta e interessata al progetto di Giani, allora ben vengano nuovi contributi. Ma i 5 Stelle avevano un programma di governo differente. Per entrare nella maggioranza bisogna condividerne obiettivi e scelte".

E’ possibile immaginare a Prato una convergenza fra Pd e 5 Stelle?

"Con i 5 Stelle a Prato c’è una sensibilità comune su alcuni temi. Penso alla pedonalizzazione del centro storico, la forestazione urbana, le piste ciclabili. Ma su altri argomenti siamo incompatibili. Non so cosa accadrà in futuro, ma avere un programma di governo condiviso mi sembra difficile. Piuttosto ci può essere convergenza su singole tematiche".

Conte sta cercando i ‘volenterosi’, lei invece è passato a una giunta monocolore Pd. Si sente più o meno forte dopo questa scelta?

"Non mi sento né più forte, né più debole. Ho scelto Bosi che è una persona di cui ho stima e che credo possa fare un lavoro importante. I rapporti con le altre liste sono immutati. E poi comunque la lista Sport per Prato ha un riferimento chiaro nell’assessore Vannucci. E da anni Barberis, che è un indipendente, è il riferimento per la mia lista civica".

Ha parlato con Sbolgi alla luce delle ultime scelte di Italia Viva a livello nazionale?

"Con Giacomo è tutto tranquillo e sereno. La convergenza è la stessa di sempre. Così come ho parlato con Romei, Sciumbata, Norcia e Mugnaioni. La maggioranza è compatta".