Pasqua in tempo di Covid, la benedizione diventa fai-da-te

C'è chi ha scelto di andare comunque casa per casa fermandosi però sulla porta, chi passerà per strada e chi ha approntato un kit per fare da soli

Don Giovanni Chiti con il kit per la benedizione fai-da-te (foto Gianni Attalmi)

Don Giovanni Chiti con il kit per la benedizione fai-da-te (foto Gianni Attalmi)

Pato, 3 marzo 2021 - La seconda Quaresima in tempo di Covid impone alle parrocchie della diocesi di Prato di organizzarsi anche stavolta in modalità alternativa per le benedizioni pasquali. Una tradizione alla quale i fedeli sono molto affezionati, un momento di incontro con il proprio parroco fatto di preghiera ma anche di cordialità, chiacchiere, caffè e dolcetti per i chierichetti che accompagnano talvolta il sacerdote.

Tre le alternative che si sono fatte strada tra i preti pratesi: il rinvio a tempi migliori, il passaggio per strada o sulla porta oppure il kit fai-da-te. Quest’ultima opzione, oltre a don Giovanni Chiti della Sacra Famiglia , è stata scelta anche da altri. Per esempio da don Massimo Malinconi, parroco di San Pietro a Mezzana : "Nell’ultima domenica di Quaresima e la Domenica delle Palme distribuiremo una boccettina di acqua santa e una preghiera da dire a casa. Del resto questa è una parrocchia enorme, conta diecimila anime e ci sono molti palazzi, molti uffici. Non mi pareva bello fermarmi sulla porta". Anche don Marco Natali di San Bartolomeo in piazza Mercatale ha scelto quello che ormai anche gli stessi sacerdoti chiamano il “kit“. In questo caso, spiega don Marco, "in occasione della Domenica delle Palme daremo una busta ai presenti con un ramoscello d’ulivo e una preghiera per il giorno di Pasqua, valorizzando così il sacerdozio comune dei fedeli". Sempre per rimanere in centro storico, la scelta del kit è stata annunciata alla messa di domenica scorsa anche dalla parrocchia di San Domenico.

Arriverà fino alla porta di casa il parroco di San Pietro e della Visitazione a Galciana , don Luca Rosati. Qui siamo in una zona ancora molto legata alle tradizioni di un tempo, per quanto il volto del paese sia radicalmente cambiato rispetto a un tempo. Don Luca, che di Galciana conosce ogni singolo mattone, ha deciso che andrà comunque casa per casa "ma fermandomi sull’uscio. Del resto, se ci pensiamo, un tempo era abitudine mettere un segno di protezione alla porta di casa e qui si vedono ancora diversi simboli del genere e tante statue della Madonna sulle facciate delle case. Quindi fermarmi sulla porta non mi sembra sbagliato, è un modo per riprendere quell’augurio di protezione della casa e dei suoi abitanti". Si fermerà sulla porta anche don Carlo Stancari, arciprete di Santa Maria delle Carceri , ma in questo caso "andremo solo su appuntamento, chi lo chiederà riceverà la benedizione con il sacerdote che si fermerà sulla soglia di casa".

Altri sacerdoti hanno invece deciso di andare per strada come don Rodolfo Melani, parroco di Santa Rita alle Fontanelle : "Avviserò i miei parrocchiani del giorno in cui io o le suore passeremo da una certa strada e la benedizione sarà impartita a chi si troverà in giardino o alla finestra".

Più gettonata l’opzione di rinviare a dopo Pasqua, scelta per esempio di don Giancarlo Innocenti, aprroco di San Pietro a Iolo, e di don Enrico Bini dello Spirito Santo di via Silvestri. A Maliseti don Santino Brunetti spiega: "Aspettiamo tempi migliori, quando si potrà entrare in casa. Per me non vale la pena di rimanere sulla porta, senza entrare davvero in contatto con le persone". E don Carlo Geraci, di Santa Maria della Pietà : "Aspettiamo dopo Pasqua, sempre senza entrare ma rimanendo sulla porta. Almeno manterremo la tradizione e il contatto con i parrocchiani: una benedizione d’emergenza per tempi d’emergenza".