Beffato dall'errore: niente pensione. "Aiutatemi, ho lavorato per 40 anni"

Senza assegno, è disperato: "Una semplice svista e la mia vita è rovinata"

Niente pensione, nonostante 40 anni di onesto e regolare lavoro, per Massimo Cola, 68 anni: un banale errore lo sta mettendo in difficoltà

Niente pensione, nonostante 40 anni di onesto e regolare lavoro, per Massimo Cola, 68 anni: un banale errore lo sta mettendo in difficoltà

Prato, 29 aprile 2018 - Compila la domanda per la pensione in maniera sbagliata e finisce in un vortice, tra burocrazia e strade sbarrate. Per dirla banalmente: il problema ruota attorno al cumulo dei contributi versati, chiesto nella maniera sbagliata. E così un pratese di 68 anni si trova sbarrata la strada della pensione. A gettare nello sconforto più totale Massimo Cola, 68 anni di professione perito, è stata la lettera dell’Inps con la quale l’istituto ha rigettato la sua domanda. A una prima lettura si potrebbe pensare di dover attendere un po’ di tempo per ripresentare una nuova domanda compilata nella maniera giusta. E invece no: una nuova raccomandata spedita all’indirizzo del mittente dall’Istituto di previdenza non lascia alcun dubbio.

«Il diritto di opzione con il sistema contributivo avrebbe dovuto essere esercitato prima della liquidazione. Ora tale possibilità deve ritenersi preclusa», scrive l’Inps. Una doccia fredda per il perito, che adesso si chiede come sia possibile per un banale errore gettare al vento 40 anni di contributi. Tutto è iniziato nel 2015 quando Massimo Cola si è rivolto all’Inps per chiedere informazioni sulla propria posizione pensionistica. «Mi dissero che era tutto in regola e che al raggiungimento dei 67 anni avrei potuto presentare domanda per ottenere circa 1300 euro di pensione lorda al mese», spiega. Detto fatto. L’uomo un anno dopo, nel 2016, presenta domanda. «Ho fatto richiesta per la pensione tramite patronato, ma la risposta è stata davvero inaspettata. L’Inps dopo qualche tempo mi ha risposto che non era possibile accogliere la mia richiesta...», spiega Cola che a quel punto non si era comunque arreso ed ha presentato ricorso.

Ma a marzo del 2017 la nuova doccia fredda e ancora un no da parte dell’Istituto di previdenza. «Da quando ho iniziato a lavorare ho fatto più mestieri e il problema riguarda la richiesta di cumulo di contributi che a quanto pare non è stata effettuata nella maniera giusta. Mi domando come sia possibile che non si possa correggere una domanda sbagliata? Se una persona compila male un modulo getta via tutto il lavoro che ha fatto nella vita e peggio ancora si ritrova senza una pensione?. A complicare la situazione ci si sono messe anche le condizioni di salute dell’uomo, che adesso lavora come perito per un’assicurazione, ma che a causa di gravi problemi di salute è dovuto restare a casa per diversi mesi. «Grazie a qualche amico che è disposto ad accompagnarmi, riesco a lavorare almeno qual poco che basta per andare avanti. Ma per quanto potrà durare? Mi hanno riconosciuto una pensione di invalidità di 340 euro al mese a causa della mia malattia, ma come farò a mantenermi? Mi ritrovo senza niente in mano nonostante abbia lavorato e versato contribuiti per oltre 40 anni».