Il suicidio per la crisi provocata dal Covid. "Basta sussidi, ci serve un rilancio vero"

Il presidente di Fipe-Confcommercio dopo la tragedia di Firenze: "In tanti temono il futuro anche qui, agli imprenditori serve fiducia"

Tommaso Gei

Tommaso Gei

Prato, 26 agosto 2020 -   «E’ il momento di dire basta ad un’economia di sussidi e di pensare alle misure per il rilancio». Tommaso Gei, presidente Fipe-Confcommercio, ha la voce triste quando parla. Il suicidio del ristoratore fiorentino causato dalla paura di non poter pagare il mutuo a causa della crisi Covid ha fatto male anche agli esercenti pratesi. In tanti, da mesi, stanno lottando con una situazione incerta, difficile, con prospettive poco chiare rese negli ultimi giorni sempre più nebulose dall’aumento dei casi positivi a livello nazionale. «Quando ho saputo quello che era successo a Firenze mi sono tornate in mente le parole di mesi fa, quando avevamo lanciato l’allarme sui tanti problemi che il nostro settore deve affrontare. Purtroppo quei timori erano fondati, ma avrei preferito non avere ragione...», sottolinea Gei.

A Prato la situazione è in costante evoluzione. Al momento all’associazione non risultano chiusure strettamente legate alla crisi Covid, ma è anche vero che dopo il lockdown, complice la stagione estiva e il calo dei casi, i locali sono riusciti a lavorare. L’estate ha fatto segnare una ripresa anche grazie alla pedonalizzazione del centro e all’utilizzo massiccio degli spazi all’aperto, ma ora si avvicina la stagione da vivere al chiuso, con tutte le incognite che si porta dietro. «Dopo l’estate avremo un quadro più chiaro della situazione – sottolinea Gei – Sicuramente le paure che hanno portato alla tragedia di Firenze sono reali, in tanti sono preoccupati per il futuro e tutti, noi per primi come associazione, dobbiamo farci carico della responsabilità di affrontare questo momento difficile e prevenire casi come questo. Non devono più capitare tragedie del genere, dobbiamo lavorare per prevenirle perché già una è insopportabile». Ma cosa serve per un rilancio vero in tempi così duri? «Finora ci sono state misure improntate all’assistenzialismo, ma le imprese hanno bisogno principalmente di liquidità e semplificazione perché c’è bisogno di una ripartenza vera. Finora abbiamo arginato i problemi, adesso serve una prospettiva, non solo per noi ma anche per la gente comune. I nostri clienti hanno bisogno di ritrovare la fiducia». Per quanto riguarda l’associazione, invece, resta alta l’attenzione verso le imprese: «Siamo rimasti chiusi solo pochi giorni proprio per garantire sempre il massimo sostegno».

L.B.