
PRATO
Capita di sentire dire che, alle volte, la realtà supera di gran lunga l’immaginazione e che alcune storie vere sembrano un romanzo. Quella di don Armando Zappa e di sua figlia Anna rientra a tutti gli effetti in questa rara categoria. Sì, figlia, dal momento che don Armando, padre laicamente parlando lo era prima di diventarlo in senso spirituale. A rendere la vicenda ancora più fuori dal comune, il fatto che Anna abbia voluto fosse proprio lui a celebrare il suo matrimonio, pochi giorni fa.
"Io e mia moglie Marta ci siamo trasferiti in Sudamerica nel 1991 con l’Operazione Mato Grosso – racconta don Armando – e circa un anno dopo, in Bolivia, è nata Anna". Poi, nel 2013, Marta scompare a causa di una malattia e il mondo di Armando cambia. Torna in Italia per celebrare il funerale della moglie e nella sua sofferenza trova una duplice motivazione per lenire quelle altrui, tanto che nel 2014 riparte in missione e quando proprio don Ugo De Censi, fondatore dell’Operazione Mato Grosso, gli propone di diventare sacerdote per aprire una missione salesiana in Perù, a Chimbote, non ci pensa due volte.
"In me, c’era un doppio sentimento, da una parte quello di continuare quella che era stata la mia vita con Marta, questa vita donata agli altri. Poi, c’era il dolore di dover lasciare mia figlia, che non aveva mai vissuto in Italia, se non per brevi periodi, e quindi doveva farsi una nuova vita con tutto quello che comporta". Anna infatti fatica ad accettare quella scelta: "Ora non sarai solo mio, sarai il padre di tutti", gli aveva detto, spiazzata forse dalla decisione di Armando. Quando però ha dovuto pensare a un prete che celebrasse la sua unione, in effetti, le è sembrato naturale pensare al suo babbo. "Anna poi ha capito – continua don Armando – si è fatta una vita, ha conosciuto suo marito Paolo e alla fine mi ha detto che era contenta della mia scelta, che era quella giusta". Ed è così che don Armando ha prima accompagnato la figlia all’altare e, in capo a pochi minuti, ha indossai i paramenti sacri per porre alla figlia e al futuro marito Paolo, con molta emozione, la fatidica domanda. Difficile capire che cosa li abbia attraversati dentro in quegli istanti, anche se don Armando prova a spiegarlo.
"Da un lato resto sempre il papà, dall’altra sono la guida spirituale che si preoccupa dell’anima della propria figlia, però il matrimonio ha avuto per noi anche ulteriori significati, perché era la stessa chiesa dove abbiamo salutato Marta. C’era la mia vita attuale e la vita vissuta prima come sposo e papà e abbiamo sentito come una circolarità in quel momento speciale, dove l’amore umano si unisce all’amore divina".
Andrea Biagioni