Azioni BpVi, l’offerta al rush finale. 'Siamo al 60 per cento di adesioni'

Il vicedirettore generale Piccini fa il punto a pochi giorni dal ‘closing’

Gabriele Piccini, vicedirettore generale e responsabile  commerciale della Banca Popolare di Vicenza

Gabriele Piccini, vicedirettore generale e responsabile commerciale della Banca Popolare di Vicenza

Prato, 17 marzo 2017 - «Per quanto riguarda l’offerta pubblica di transazione, considerando gli azionisti che la hanno già sottoscritta, quelli che hanno fissato un appuntamento per farlo e quelli che hanno manifestato il loro interesse a farlo, siamo in prospettiva al 60% del totale e si viaggia ad una media di 1500 sottoscrizioni al giorno». Dichiarazioni ufficiali e ottimistiche, quelle rilasciate dal vicedirettore generale e responsabile commerciale di Banca Popolare di Vicenza, Gabriele Piccini, a meno di una settimana dalla scadenza per le adesioni, prevista il prossimo 22 marzo. Numeri che sono emersi considerando tutti gli azionisti del gruppo, ma che sono in attesa di essere confermati anche nella realtà pratese.

In città per ora circolano soltanto indiscrezioni, ma nessun dato ufficiale relativamente all’adesione alla proposta di un riconoscimento economico di 9 euro per ciascuna delle azioni acquistate negli ultimi 10 anni (azioni che arrivarono anche ad un valore di 62.50 euro), in cambio di una rinuncia ai contenziosi. Negli ultimi tre mesi sono stati contattati circa 90mila soci, sui 94mila totali (circa 4mila gli irreperibili). Anche domani, come già accaduto lo scorso fine settimana, le filiali più grandi del gruppo BpVi resteranno aperte dalle 9 alle 14 per raccogliere ulteriori adesioni. «Siamo soddisfatti dei numeri dell’ultima settimana – ha precisato Piccini – Siamo però ancora lontani dall’80% ipotizzato come obiettivo da raggiungere. Per ripartire con una banca pulita che guardi al futuro dobbiamo puntare a coloro che ancora sono indecisi».

Non è escluso che anche con numeri di poco inferiori all’80% inizialmente stimato come obiettivo, l’istituto di credito decida comunque di considerare disinnescati la maggior parte dei rischi legali, prerequisito fondamentale per andare avanti con fusione e ricapitalizzazione. All’offerta pubblica di transazione (Opt), tra l’altro, si unisce anche l’indennizzo tratto dal fondo di 30milioni destinato agli azionisti disagiati. E’ la cosiddetta «Iniziativa Welfare», che andrà in porto solo in caso di esito positivo dell’offerta di transazione. Il fondo è riservato a chi ha un Isee pari o inferiore a 13mila euro (una platea stimata dalla stessa BpVi in circa 9mila potenziali beneficiari). C’è poi un’altra partita molto importante per la banca, che riguarda i grandi azionisti. In Veneto la Fondazione Roi ha accettato l’offerta di transazione con le sue 426mila azioni. Gli altri big restano da convincere. Fra questi, nel nostro territorio, la parte del leone la fa sicuramente la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, che per il momento non vuole sbilanciarsi. Di sicuro i vertici del consiglio di amministrazione attenderanno l’ultimo giorno utile per prendere una decisione, dopo una riunione straordinaria del cda presieduto da Fabia Romagnoli.