Rincari delle bollette, "in 50 anni mai visti aumenti così. 300mila euro al mese in più"

Caro bollette: Adriano Bellu si unisce al coro di testimonianze raccolte in questi giorni da La Nazione. "Ci porteranno alla chiusura"

Adriano Bellu con Annalisa Bellu e Claudio Conti (Foto Attalmi)

Adriano Bellu con Annalisa Bellu e Claudio Conti (Foto Attalmi)

Prato, 23 gennaio 2022 - "Rido per non piangere. Sono nato in fabbrica, da 50 anni respiro tessile e una situazione come questa non l’avevo mai vista. Mettere le aziende nella condizione di non poter più lavorare per colpa di aumenti spropositati è pura follia". Adriano Bellu, fondatore della Jersey Mode si unisce al coro delle testimonianze che abbiamo pubblicato in questi giorni: la disperazione di imprenditori tessili, soprattutto del comparto della nobilitazione, quindi rifinizioni e tessiture, piegati dai maxi aumenti imposti dal costo di gas e energia. Prezzi che sono oscillati talmente tanto da essere, nel caso del gas, otto volte superiori a quelli di settembre e tre volte quelli dell’energia. Tradotto? Per la Jersey mode, azienda di medie dimensioni con 70 dipendenti, significa un aumento medio di 300.000 euro al mese.

"La nostra azienda ha bisogno di energia per lavorare: consumiamo 10.000 metri cubi di gas al giorno. Fino a dicembre pagavamo la materia prima 20 centesimi al metro cubo, ma adesso costa 1,20 euro è facile intuire in che situazione ci troviamo". Cosa significa? Che la bolletta mediamente da 50.000 euro alla Jersey Mode arriverà a costarne 300.000 e l’energia passerà da 25.000 euro a oltre 80.000. "Non è normale né possiamo sopravvivere con prezzi schizzati in pochi mesi oltre 10 volte. Si tratta di aumenti così violenti da mettere in ginocchio il sistema produttivo", continua Bellu. "Il problema è serio, non ci resta che aspettare il prossimo mese per capire come evolverà la situazione: è certo che, senza correttivi, con bollette di questa portata nessuna azienda sarà capace di fare fronte al problema", aggiunge l’imprenditore ammettendo di assere profondamente rammaricato e preoccupato.

"Questa azienda è come un figlio per me, l’ho fondata io e non posso far altro che pensare ai dipendenti e ai miei figli che lavorano qui", aggiunge. "Come fa un’azienda di media dimensione ad ammortizzare un milione di euro di aumento in tre mesi? Non scherziamo". Le preoccupazioni degli imprenditori pratesi sono supportate dalle previsioni del Centro studi di Condindustria nazionale che traccia un futurio a tinte fosche per la manifattura.

"Con gli attuali prezzi abnormi dell’energia, i margini erosi, la scarsità di commodity e l’aumento dei contagi, il rischio è che il pil subisca uno stop nel primo trimestre: almeno -0,8% sarà l’impatto del caro-energia sul Pil del 2022". Uno scenario appena mitigato dal decreto apporvato venerdì dal governo con le misure sull’energia verso il quale gli imprenditori sono scettici: "Troppo poco, davanti alla prospettiva di aumenti mesili di 300.000 euro per una impresa media".