Aumentano i costi: si rischia la stangata Tari Ma nessuno sa davvero spiegare perché

Dopo l’ok al nuovo piano dell’Ato i Comuni sono al lavoro per contenere gli incrementi in bolletta. E limitare alcuni effetti paradossali

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Quando a tenere banco nel mondo istituzionale è la Tari difficilmente sono in arrivo buone notizie per i cittadini. E anche stavolta non fa eccezione la risoluzione dell’assemblea dei soci di Ato Toscana Centro che ha approvato a maggioranza i piani economico finanziari 2022 di ogni singolo Comune dell’ambito Prato, Firenze e Pistoia sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Dei pratesi non c’è nessuno che può sorridere: la stangata maggiore riguarda Carmignano col +10% dei costi per il servizio in favore delle imprese e il + 12% sul domestico. A Montemurlo si viaggia su un aumento medio del 5,6%, a Vernio del 5.5% e a Poggio a Caiano del +3,4% sul domestico e del +4,9% per il non domestico (a Vaiano siamo sul +3,54%, a Cantagallo + 2,5% per le imprese e +3.5% per il domestico).

E Prato? La situazione in città è paradossale, perché il Pef del capoluogo cala di quasi un milione di euro (cioè il costo complessivo del servizio passa da 46 a 45 milioni di euro), ma è possibile che il saldo Tari sia leggermente superiore rispetto all’acconto (appena pagato a fine aprile). Il motivo? Nel 2021 il Comune di Prato aveva utilizzato 1,3 milioni del fondo Covid e altri stanziamenti in bilancio per abbattere la tariffa, denaro che quest’anno non può raggiungere i fondi 2021 perché le disponibilità sono minori. "Proprio questa mattina (ieri, ndr) c’è stata una riunione fra gli uffici e i tecnici di Alia per approfondire la materia", sottolinea l’assessore al bilancio, Benedetta Squittieri. "Nel 2021 c’erano state entrate straordinarie derivanti dal Covid, penso anche ai 5 milioni di euro per non fare pagare la Tari alle utenze non domestiche colpite dalle chiusure forzate. Quest’anno invece la situazione dal punto di vista economico è più difficile". Va comunque precisato che laddove ci saranno aumenti in bolletta, si tenterà di fare in modo che le cifre siano estremamente contenute in tutti i Comuni della provincia. Paradossalmente la provincia pratese può tirare un sospiro di sollievo dopo l’approvazione dei vari Pef, perché l’aumento medio nel nostro ambito Prato, Firenze, Pistoia è stato dell’8,6%, e per alcuni Comuni del pistoiese l’incremento supera le due cifre percentuali. Non solo. Un aumento del costo del Pef non comporta un aumento automatico delle bollette. Perché ognuno dei Comuni della provincia ha già preso l’impegno per coprire con risorse Covid o fondi propri almeno una parte dei rincari. "Stiamo facendo proprio in queste ore i calcoli per capire come rendere minimo l’impatto degli aumenti in bolletta per famiglie e imprese", spiega l’assessore del Comune di Montemurlo Alberto Vignoli. "Quello che è inspiegabile, però, sono le cifre in ballo. Nel 2021 a Montemurlo c’è stato un calo del 9% nella produzione di rifiuti e la differenziata è arrivata a sfiorare l’80%: nonostante questo il Pef aumenta del 5,6%. E’ evidente che qualcosa non torni. E non è accettabile il meccanismo per il quale più sei virtuoso e più devi riconoscere un corrispettivo al gestore dei rifiuti (Alia, ndr)".

Perplessità vengono sollevate anche dal Comune di Carmignano, il più colpito in provincia dai rincari nel servizio dei rifiuti. "La cosa incredibile è che nessuno sa darci una spiegazione chiara di quello che accade", sottolinea il vicesindaco Federico Migaldi. "Per fortuna una delibera dell’Arera stabilisce che i rincari sull’anno in corso non possano essere maggiori del 6,6%, ma è chiaro che poi gli aumenti restanti vengano spalmati negli anni successivi. Noi comunque a Carmignano non aumentiamo la Tari dal 2009 e grazie agli avanzi in bilancio proveremo a fare altrettanto anche nel 2022".

Stefano De Biase