Ancora emergenza aule Il liceo con sette sedi e il professionale pensa alla rotazione tra classi

Parte l’anno scolastico con gli stessi problemi di sempre legati alla mancanza degli spazi. I presidi lavorano di fantasia, ma è dura. I dirigenti: "Abbiamo pochissimi custodi, così è a rischio la sicurezza".

PRATO

Anche questo nuovo anno scolastico ormai alle porte non fa eccezione sul fronte della carenza di spazi. Come ogni settembre le scuole superiori sono costrette a mettere in campo il solito sudoku delle aule: mancano gli spazi e così ci si arrangia. A distanza di anni però la situazione diventa pesante soprattutto se all’orizzonte non ci sono soluzioni concrete. Lo ribadisce con forza la dirigente del liceo Livi-Brunelleschi che quest’anno dovrà organizzare orari e turni su ben sette plessi diversi: "Non abbiamo bisogno di aule sparpagliate per la città, ci serve una scuola più grande sia a Montemurlo che a Prato - dice Maria Grazia Ciambellotti -. Sono anni che se ne parla, ma di concreto non c’è niente". Le ipotesi erano di costruire due nuovi plessi a Oste e in via Galcianese a Prato, ma al momento di progetti concreti non ce ne sono.

E così la scuola resta divisa su sette plessi diversi, non proprio una banalità se sommata ad un organico di collaboratori scolastici di appena 26 persone sufficiente a mala pena per la metà delle sedi. Il problema è che il personale viene autorizzato dal ministero sulla base delle iscrizioni e non sul numero di succursali. Un discorso che stride con la realtà pratese fatta per lo più di scuole-spezzatino. L’esempio più eclatante è appunto quello del liceo Livi-Brunelleschi che anche quest’anno dovrà diversi tra la sede principale di via Marini, il Rodarino di via Galcianese, la sede di via delle Fonti all’interno della scuola Ars Genius, l’ex caserma dei vigili del fuoco di via Galcianese. Poi gli studenti saranno dislocati nell’ex distretto di in via Napoli a Oste, oltre ovviamente alla sede di Montemurlo in via Maroncelli.

La soluzione della rotazione delle classi è stata invece adottata dal professionale Marconi e dal Gramsci Keynes dove ci sono 66 aule a fronte di 79 sezioni: è chiaro che i numeri non tornano.

Al professionale di via Galcianese il dirigente scolastico Paolo Cipriani ha realizzato nuovi laboratori tra cui quello per le macchine ibride che sarà inaugurato il 21 settembre, inoltre ha ricavato un magazzino per le bici destinate al progetto di rigenerazione. A giocare un tiro a favore è il fatto che gli studenti anche quest’anno continueranno a fare attività fisica alla palestra di via Roma, uno spostamento che permette di liberare ogni mattina cinque aule.

Debutto in centro per il professionale Dagomari che il 15 settembre inaugurerà la succursale in piazza del Duomo a Palazzo Vestri. Qui saranno ospitati gli studenti del triennio Sia, altri studenti saranno dislocati al centro Ventrone a San Giusto e nella sede centrale al polo di via Reggiana dove i lavori procedono secondo il cronoprogramma, ma dureranno almeno per tutto il prossimo anno scolastico. A dare una mano al vicino istituto Dagomari arriva in soccorso l’alberghiero Datini che per le prime settimane di settembre cederà tre aule. Il vero problema però per il Datini, la scuola di via Reggiana non è tanto legato alla mancanza di spazi quanto alla mancanza di personale ata: quello che è stata concesso dal ministero non basta per garantire pulizia e sicurezza degli alunni.

Il problema è strettaemnte collegato ai laboratori: la scuola resta aperta anche il pomeriggio per i laboratori di sala e cucina oltre ad avere una sezione di serale. "L’istituto avendo il serale resta aperto fino a mezzanotte per questo il personale è una necessità impellente, quanto concesso finora non è assolutamente sufficiente per gestire il pelsso. Spero nell’organico di fatto", spiega la dirigente Francesca Zannoni. "Se il personale è impegnato nella pulizia e nell’igenizzazione delle cucine viene meno la sorveglianza ai piani".

Silvia Bini