E’ cominciato nel peggiore dei modi l’anno nel carcere della Dogaia. Ancora disordini, ancora violenza, ancora agenti feriti in servizio. L’episodio, che segue di due giorni quello avvenuto sabato 30 quando un detenuto ha aggredito un agente di polizia penitenziaria, risale a ieri pomeriggio quando è scoppiata una violenta rissa nel reparto di media sicurezza del penitenziario. Ad avere la peggio è stato un giovane detenuto di origini nordafricane, che è stato ferito al volto con un’arma da taglio rudimentale. Il giovane è finito all’ospedale. I motivi che hanno scatenato la rissa non sono chiari fatto sta che la sezione di Media sicurezza è sempre al centro dell’attenzione a causa degli episodi violenti che si ripetono quasi quotidianamente. Sabato 30 c’è stato di nuovo il caos. In quel caso a subire i danni peggiori è stato un giovane agente di polizia penitenziaria. Un detenuto di nazionalità italiana, trasferito da altre carceri per motivi di sicurezza e già noto per i suoi comportamenti aggressivi, con evidenti disturbi psichiatrici, ha aggredito l’agente in servizio per motivi che, anche in questa circostanza, sono ancora da chiarire. L’agente, che è ricorso alle cure del pronto soccorso, ha riportato una prognosi di sette giorni.
Su tutte le furie i sindacati che da anni chiedono maggiore sicurezza per i lavoratori del carcere. "Nel penitenziario pratese – attacca Francesco Oliviero, segretario regionale in Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – le aggressioni avvengono all’ordine del giorno ai danni del personale e sono il simbolo di una gestione fallimentare. Il carcere deve essere guidato da un comando e una direzione in pianta stabile, occorre personale, la carenza è quasi arrivata al 40%. La direzione deve farsi carico del problema e attuare la chiusura delle sezioni detentive così come disposto dal dipartimento". Il Sappe annuncia che saranno messe in atto, concrete forme di protesta finché l’amministrazione carceraria non fornirà i mezzi e le soluzioni affinché il problema venga risolto. "Siamo alla follia: adesso siamo arrivati al punto che i detenuti sfasciano letteralmente le carceri se non vengono assecondate le loro richieste", aggiunge Donato Capece, segretario generale nazionale del Sappe accusando "tutti coloro che tendono sempre a sminuire i gravi fatti che accadono nelle carceri. Per loro, nelle carceri italiane non succede mai nulla. Non vedono le risse, i ferimenti e le colluttazioni in cui spesso a subire è il personale di polizia penitenziaria. Difendono Caino a scapito di Abele. Ignorano o fingono di ignorare il duro e difficile lavoro del poliziotto penitenziario".