Addio a Salvioli, il giocoliere della moda

E’ stato modello per Armani, art director e curatore di mostre. Aveva mille progetti anche per Prato. Creativo, libero, ribelle

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Luigi Salvioli era generoso, amava la bellezza e la riconosceva in un istante. Aveva girato il mondo, intrecciando amicizie stimolanti, durature, fra le quali quelle con Milva o il grande fotografo Aldo Fallai. Non aveva un carattere facile, ma la sua intelligenza, la sua fantasia, la sua sensibilità, lo rendevano una persona speciale. Bastava saperlo guardare. Luigi Salvioli se n’è andato ieri a 78 anni, dopo una lunga malattia. Era art director, curatore di mostre, agente di fotografi, fra gli anni ’70 e ’80 è stato fotomodello per Armani e altre firme prestigiose della moda. Fra i suoi amici anche Enrico Coveri, al quale nel 2013 dedicò la mostra con la quale vene inaugurata la sede della Camera di commercio di via del Romito. Nel 2012 con il Comune inventò il progetto "Domani è già oggi", una mostra e un libro sul tema dell’integrazione. Aveva mille progetti, Salvioli. Idee che correvano veloci, spinte dall’entusiasmo, dalla passione. A Prato non è riuscito a realizzare ciò che avrebbe voluto.

Era nato a Vernio, ha vissuto a lungo a Milano, per tornare a Prato dopo gli anni esaltanti della moda. "Ho avuto la fortuna di nascere a Vernio, in un paese piccolo, ma in cui si respiravano storia e cultura", ha detto in una delle sue ultime interviste, sulla Nazione di Prato. "Allora c’era grande umanità e rispetto fra chi aveva di più e chi aveva di meno. Soprattutto c’era una borghesia illuminata che ha contribuito a fare grande Prato. Penso al Pecci, al Metastasio, a un fervore culturale che ora non vedo. Perdendo il lavoro Prato ha perso la sua identità. Abbiamo guadagnato tanto e perso tanto, vendendo il nostro know-how ai cinesi". Immaginava una mostra su Veruschka, la leggendaria modella tedesca che negli anni Ottanta lavorò anche qui; aveva un progetto di rilancio del Macrolotto con gli studenti designer di moda dell’Istituto Marangoni di Milano, un altro su Pinocchio. Finché la salute glielo ha consentito non ha mai smesso di pensare e di sognare, di arrabbiarsi e di sorridere.

Fra gli affetti più cari, la nipote Rachele. "Da te ho imparato il gusto e l’eleganza e tanta cultura, cinema e immagini, tutto accompagnato dalla tua ironia sottile e sofisticata, come una commedia di George Cukor. Sono stata fortunata ad avere un zio come te. Le mie prossime foto le scatterò pensandoti", il suo ricordo. Ma anche Brigitte Niedermaier, famosa fotografa ed artista da lui scoperta: "Luigi è stato il mio Pigmalione", ha scritto, con riconoscenza.

Aveva tanti amici anche a Prato. Berta Tempesti, Susanna Giannini, Stefano Ciuoffo, Andrea Stefanacci, Jonathan Targetti, Matteo Giusti, Roberto Cenni, Giorgio Silli, Daniele Spada, per citarne alcuni. Nella sua famiglia allargata di affetti c’era anche Ilaria Bugetti, consigliera regionale del Pd. "Era un vulcano di idee Luigi – ricorda –. La nostra amicizia ci ha portato negli anni a condividere tanti momenti belli e meno belli. Ho il rammarico di non essere riuscita ad aiutarlo a realizzare la mostra su Veruschka, sia per le sue condizioni di salute, che per la pandemia. Ma è un impegno che prendo, perché Luigi deve essere ricordato. Prato ha perduto un artista, un uomo libero, con un grande cuore".

an. be.