Addio a Brunilde, la storica merciaia anti-carte di credito

Aveva 100 anni. Chiuse il negozio di famiglia in via Mazzini per non adeguarsi alla normativa sui pagamenti digitali

Brunilde Cocchi (foto Attalmi)

Brunilde Cocchi (foto Attalmi)

Prato, 16 aprile 2021 - Se n’è andata Brunilde Cocchi, la storica merciaia di via Mazzini, 100 anni compiuti (ne avrebbe fatti 101 a maggio, ndr), era conosciutissima nel centro storico di Prato, dove la madre aveva fondato il negozio nel 1927. "Sono cresciuta in bottega, venivo ogni giorno dopo la scuola elementare per aiutare la mamma e le mie due sorelle Alice e Nella. Questo posto è sempre stato la mia vita". Raccontava fiera Brunilde da dietro il bancone, tra scatole di bottoni, pigiami e articoli di lana.

Dopo la morte dei familiari aveva continuato da sola a gestire la merceria anche in età avanzata. Ogni mattina arrivava in via Mazzini a piedi da via Machiavelli, dove abitava e tirava su la saracinesca. A farle minacciare la chiusura fu l’arrivo del decreto fiscale che rese obbligatorio l’uso del bancomat dal 1° gennaio 2020. L’anziana continuò ad aprire il negozio anche nei primi mesi del 2020, ma poi l’emergenza sanitaria e il lockdown l’avevano fatta desistere.

Brunilde, donna minuta e allo stesso tempo fortissima, sapeva ancora fare bene i conti con il suo registratore di cassa e se non fosse stato per la "rivoluzione digitale", avrebbe resistito ancora. Dove non erano riusciti i grandi centri commerciali e la concorrenza degli empori cinesi, aveva potuto l’obbligo per tutti i commercianti italiani, di dotarsi di un lettore pos per accettare pagamenti solo con bancomat o carte di credito.

"Non posso adeguarmi a questo cambio così radicale – spiegò in un’intervista a La Nazione – Il pagamento con le tessere elettroniche non fa per me, la nuova normativa ha deciso per me, in modo definitivo. Basta, chiuderò". La merciaia era commossa all’idea di lasciare l’attività da sempre appartenuta alla sua famiglia: "E’ triste ma non posso farci nulla. Ora sono rimasta sola e toccherà a me vederla finire". Brunilde Cocchi che lascia il nipote Roberto, figlio di una sorella, è morta in ospedale per le conseguenze di una caduta. Ma vista la sua tempra e la passione, viene da pensare che qualcosa di lei avesse già cominciato a spegnersi, piano, dalla chiusura del suo amato negozio.