Prato, 22 marzo 2014 - Apprensione e timore che possa succedere anche a loro. I proprietari degli immobili affittati ai cinesi tremano dopo la misura degli arresti domiciliari per i due imprenditori, Giacomo e Massimo Pellegrini, il primo legale rappresentante e il secondo amministratore di fatto dell’Immobiliare Mgf, per il rogo al Macrolotto del primo dicembre dove morirono sette operai orientali. Sono, invece, finiti in carcere le due sorelle cinesi Lin You Lan e Lin Youli, e Hu Xiaoping.
Secondo l’accusa, i due proprietari sapevano «benissimo» che in quel capannone c’erano gli abusi edilizi, sapevano di aver affittato un locale senza agibilità perché gli abusi erano stati datati dal 2008 durante una verifica di Asm per il calcolo della Tia.
Fatto sta che adesso, i proprietari dei capannoni al Macrolotto hanno paura di trovarsi in guai seri. Già lo scorso dicembre molti si erano recati da avvocati e commercialisti per aver consigli su come comportarsi. Ma adesso si apre una fase nuova, con un inasprimento delle misure da parte dell’Autorità giudiziaria.
«Abbiamo molti clienti che si sono rivolti a noi preoccupati — spiega l’avvocato Federico Febbo —. Le misure delle autorità si sono inasprite e anche i controlli delle forze dell’ordine sono stati intensificati. Il consiglio è di disdire il contratto di affitto se si viene a sapere di irregolarità. Le raccomandate in cui si invita l’affittuario a mettersi in regola entro un determinato termine potrebbero non essere più sufficienti per essere tutelati».
Ma cosa si prospetta? Una fuga di massa dal Macrolotto? Di circa i 700mila metri quadrati affittati al Macrolotto, circa 500mila sono a cinesi. E se tutti se ne andassero che cosa resterebbe al Macrolotto? Affittare a italiani è diventato praticamente impossibile e tenere sfitti capannoni di quelle dimensioni si trasformerebbe in una spesa onerosa per i proprietari, considerando anche il fatto che il loro valore immobiliare è davvero basso.
«C’è preoccupazione — conferma Riccardo Landini, presidente dell’Uppi — anche se il caso di via Toscana è diverso perché ci sono stati dei morti. Noi consigliamo ai proprietari di stare più attenti a quello che fanno gli inquilini. Ai nostri associati diciamo di vigilare e, eventualmente, essere loro a denunciare l’abuso per evitare di essere chiamati in causa.
Ci sono stati casi di persone molto anziane, ultraottantenni, che sono state assolte perché hanno provato di non essersi mai recati nel capannone a ritirare i soldi. Come Uppi, comunque, siamo per la legalità sotto tutti gli aspetti: non ci sono obblighi amministrativi per cui il proprietario è tenuto a vigilare ma è meglio farlo».
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