Pistoia, 27 aprile 2013 - COME era stato in qualche modo anticipato, Bledar Haxhillari, l’albanese di 29 anni, di Prato, accusato di essere il basista della banda che la sera del 28 dicembre scorso massacrò il parroco di Tizzana, ha fatto scena muta nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Roberto Tredici che ha firmato l’ordinanza cautelare incriminandolo, come gli altri, per omicidio volontario.
Bledar, difeso dall’avvocato Gabriele Terranova del foro di Prato, si è dunque avvalso della facoltà di non rispondere e il suo legale ha fatto sapere che ricorrerà al tribunale del Riesame contro il provvedimento di arresto: «Per concorso anomalo — ci ha detto — a quello che doveva essere un furto che poi si è trasformato in omicidio. La scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere — spiega quindi l’avvocato Terranova — è dettata dalla necessità di riservarsi il tempo di leggere gli atti».
Ma per gli inquirenti, e per il giudice, il ruolo di Bledar, che pure non ha preso parte al tragico agguato, è di «primissimo piano».

 

«Haxhillari Bledar — scrive il gip nell’ordinanza di cattura — è certamente coinvolto nell’episodio criminale e con un ruolo di primissimo piano: quello di basista e organizzatore. Anche se materialmente non partecipa all’omicidio di don Mario Del Becaro, poco prima di lasciare la canonica in compagnia del prete, all’insaputa della vittima, permette l’ingresso negli ambienti ai suoi complici, facendo sì che gli altri correi rimanessero nell’abitazione da soli». Questo avviene nel tardo pomeriggio del 28 dicembre, quando Bledar, viene accompagnato da don Mario alla fermata dell’autobus. Nei piani la sua assenza sarebbe dovuta essere sufficiente per mettere a segno il colpo e rubare tutti i soldi contenuti nella cassaforte della canonica dove, il pomeriggio precedente, Bledar aveva visto don Mario riporre i soldi. Lo aveva osservato mentre li contava e lo aveva seguito mentre apriva la cassaforte avendo cura di informarsi se serviva la chiave o se c’era una combinazione.


E nel pomeriggio di pianificazione dell’agguato, come emerge dalle conversazioni intercettate dalle microspie piazzate dai carabinieri, Bledar cerca di convincere don Mario che si erano già conosciuti perchè Lover (il nomade pratese accusato di tentata estorsione e fratello della sua convivente), gli aveva chiesto, qualche tempo prima, di accompagnarlo a Tizzana in motorino. Bledar chiede mille euro al parroco e poi vuole la sua macchina. Don Mario nega entrambi e poi l’albanese gli chiede come mai Lover si trova in carcere e il parroco gli spiega che pretendeva dei soldi e che aveva dovuto fare la denuncia. Bledar gli chiede addirittura di vedere la denuncia. Don Mario gli risponde di no, che non può, perchè sono segreti.
Uno degli albanesi accusati del feroce omicidio di don Mario, Fatio Kraja, è comparso mercoledì mattina davanti al dottor Tredici. Si è avvalso anche lui della facoltà di non rispondere, ma davanti ai carabinieri aveva già ammesso le sue responsabilità, anche se non voleva uccidere, ma soltanto rubare. Anche in questo caso, il suo legale, l’avvocato Marcello Montoro di Pistoia, ha ritenuto opportuno prendersi il tempo di leggersi gli atti in previsione di ulteriori dichiarazioni e, forse, di una piena confessione.
 

lucia agati