di Laura Natoli

Prato, 7 gennaio 2012 - Sgozzata in casa, probabilmente dopo una breve colluttazione. Così è stata uccisa Cleofe Nizzi, titolare dell’omonimo e conosciutissimo bar a Oste di Montemurlo. Ad aprile la vittima avrebbe compiuto novanta anni. Il cadavere della donna è stato trovato ieri, intorno alle 17, dalla badante georgiana di 25 anni, Nadia, rientrata a casa dopo una pausa dal lavoro di circa due ore. Due ore — dalle 15 alle 17 — durante le quali Cleofe Nizzi è stata uccisa nel suo appartamento con un coltello da cucina, ritrovato per terra accanto al corpo. Nessun segno di effrazione alla porta d’ingresso: Cleofe ha aperto al suo o ai suoi assassini.
 

E’ questa la prima ricostruzione fornita dai carabinieri di Prato, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Sangermano, dopo la tragica scoperta del cadavere dell’anziana all’interno della casa dove abitava in via Oste 86. Un piccolo terratetto al cui pianterreno si trova lo storico bar «Cleofe», conosciuto da tutti gli abitanti di Montemurlo e punto di riferimento dei residenti della zona. Al piano superiore si trova l’abitazione della vittima. L’anziana da anni non si occupava più della gestione del bar che aveva lasciato nelle mani del figlio, Giuseppe Meoni, e della nuora.
 

Perché Cleofe Nizzi è stata sgozzata? Un delitto efferato avvenuto in un giorno di festa e in una zona molto frequentata.
Tra le prime ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è sicuramente la rapina finita in tragedia, anche se sembra che la cassaforte non sia stata toccata. Forse l’anziana aveva riconosciuto il suo assassino?
Sembra che sul corpo della donna ci siano segni di colluttazione. Il cadavere è stato trovato dalla badante alle 17 quando la giovane donna è rientrata in casa dopo essere stata a trovare un’amica. Quando la donna ha aperto la porta ha visto il corpo di Cleofe riverso a terra in cucina in una pozza di sangue. Le urla sono state strazianti tanto che il titolare della pizzeria vicina alla casa dell’anziana si è precipitato nell’appartamento. La scena che si è trovato di fronte è stata raccapricciante: la donna aveva la gola tagliata e il sangue era sparso dappertutto. Subito è stato chiamato il 118 mentre la badante ha avvertito il figlio della donna che abita a Montale.
Sul posto sono arrivati i carabinieri della tenenza di Montemurlo e il nucleo investigativo da Prato insieme al capitano Giansaverio Alfieri. Dopo è arrivato il medico legale, Brunero Begliomini, che oggi eseguirà l’autopsia.
 

La badante è stata ascoltata all’interno dell’appartamento per diverse ore e poi portata in caserma dai carabinieri: è stata l’ultima persona a vedere Cleofe viva. La georgiana ha raccontato di essere uscita verso le 15 per andare da un’amica e di aver fatto rientro a casa alle 17, orario in cui doveva riprendere servizio dall’anziana. Viveva con la donna da poco, da circa dieci giorni. A parte la cucina, il resto della casa era piuttosto in ordine tanto che, da una prima ricostruzione, non sembra sia stato portato via nulla e la cassaforte non sia stata toccata.
 

«Aveva diversi gioielli, un Rolex ma nulla di speciale — ha spiegato il figlio sotto choc — Era una donna benvoluta da tutti, non riesco a capacitarmi. L’avevo sentita questa mattina e mi aveva chiesto di accompagnarla dal dottore perché non si era rimessa dall’influenza. Era una donna forte e in gamba ma aveva pur sempre novant’anni. Se qualcuno avesse voluto rapinarla, bastava che le tirasse una lieve spinta per buttarla a terra. Perché tanta violenza su una donna così anziana?».