Prato, 24 marzo 2012 - PER MOLTI è una discriminazione, per altri come l’assessore Dante Mondanelli «un’eredità che mi sono trovato, ma che avrei fatto in modo diverso, soprattutto per quanto riguarda l’età».  I cinquanta alloggi popolari destinati a coppie under 35 regolarmente sposate da due anni o in procinto di pronunciare il fatidico «sì» entro il 2013 non vanno a ruba, come ci si sarebbe aspettati. E anzi, intorno alla formula del bando si è scatenato un polverone fra coloro che approvano l’introduzione del vincolo del matrimonio come condizione essenziale per parteciparvi e coloro che invece la bollano come «limitante e discrimitario per quelle coppie e famiglie di fatto» e perchè no, anche per coloro che sono dello stesso sesso e ambiscono a vivere assieme come una vera famiglia.

 

«IL BANDO per le case popolari per giovani coppie, che ha portato alla costruzione di ciqnuanta alloggi in via Cantini a Tavola — spiega l’assessore comunale Mondanelli — lo ho ereditato dalla precedente amministrazione. L’unico criterio che cambierei sarebbe il limite anagrafico, che sarebbe sicuramente da alzare: oggi ci si sposa più tardi. Per quanto riguarda, invece, nozze o non nozze, il criterio adottato è uguale a quello delle altre amministrazioni comunali ed è dovuto da questioni prettamente legali: non dipende da noi Comune se le coppie di fatto non sono riconosciute e quindi non usufruiscono degli stessi diritti di chi è marito e moglie davanti alla legge. Assegnare una casa popolare a una coppia di fatto diventerebbe difficile da un punto di vista normativo perchè se i due dovessero separarsi, ci sarebbero difficoltà nell’assegnazione della casa...».

 

MONDANELLI non intende perdere l’occasione per venire incontro a un bisogno sociale, che in questo momento pare nicchiare di fronte a una ghiotta proposta come quella di abitazioni a canoni d’affitto molto agevolati, a secondo del redditto. «Faremo ancora più informazione sul bando — spiega — fino alla data di scadenza, che è fissata per il 14 aprile prossimo. Se non ci saranno presentate altre richieste, abbiamo intenzione di prorogare i termini del bando. Se anche in questo caso, il bando andrà deserto, allora valuteremo l’opportunità di chiedere alla Regione Toscana di modificare il target, cambiando la fascia sociale e ampliandola a tutte le famiglie che vivono una situazione di disagio sociale».

 

IN AMBITO POLITICO il dibattito si accende con i pro e i contro. Riccardo Bini di Fli è molto critico: «Un bando del genere con certi criteri è limitante specie se rivolto ai giovani in questo momento storico di crisi economica. E’ limitante a meno che non si facciano in parallelo altre iniziative a sostegno dei giovani in una società sempre più multiculturale. Le condizioni dettate dal bando non hanno senso in questa società in evoluzione: vanno rivisti i principi perchè non si possono escludere le coppie di fatto e anche quelle famiglie non eterosessuali. E’ illiberale, come del resto molto della politica che viene prodotta in questa città».

 

«LA SITUAZIONE economica è tale che le giovani coppie pratesi trovano non poche difficoltà ad andare incontro al matrimonio — afferma Massimo Carlesi, capogruppo Pd in consiglio comunale — Sono tante le motivazioni che frenano a questa scelta, a partire dalla precarietà del lavoro. La mancanza di uno stipendio fisso, di una sicurezza economica, spinge molti ragazzi e ragazze a preferire la convivenza.

 

Come gruppo consiliare abbiamo avanzato delle proposte per sostenere la vita delle giovani coppie, come la riduzione delle tasse oltre al fatto che il Comune si faccia garante nell’attivare un mutuo per la casa. Ritengo che sia necessario riguardare tutta la materia del bando alla luce delle nuove esigenze».

                                                                                                                                                                  SARA BESSI