{{IMG_SX}}Prato, 14 settembre 2009 - L’hanno individuata, seguita e quindi derubata. Lei, una compratrice per negozi di abbigliamento d’oltralpe, si è accorta dell’agguato che i banditi in scooter le stavano tendendo solo all’ultimo istante. I due uomini a volto coperto da un casco integrale l’hanno avvicinata alle spalle e il passeggero le ha strappato la borsa che aveva con sé. L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di sabato scorso in via Basilicata al Macrolotto, nella zona di Iolo, dove si concentrano la maggioranza di confezioni cinesi che vengono pronto-moda all’ingrosso, spesso aggirando le regole fiscali.

Sul posto dopo lo scippo è intervenuta una volante della polizia. Gli agenti hanno ricostruito l’accaduto grazie al racconto della vittima, una cittadina svizzera di 36 anni. Nella borsa che i due malviventi in scooter le hanno strappato c’erano i suoi effetti personali e la somma di circa 1300 euro in contanti che la 36enne aveva per effettuare gli acquisti. La violenza dello strappo le ha provocato una lieve contusione al polso, per cui è stato necessario il ricorso alle medicazioni del personale sanitario di un’ambulanza fatta intervenire in via Basilicata dalla centrale operativa del 118. nella zona, purtroppo senza esito, è stata effettuata una battuta di ricerca per risalire agli autori. E proseguono le indagini della polizia sui molti recenti episodi di scippo avvenuti nel Macrolotto di Iolo ai danni di clienti di confezioni cinesi.

Un’escalation che ormai sembra verificarsi a ritmo settimanale e che rappresenta una delle problematiche per cui torna d’attualità la carenza di organico per le forze dell’ordine pratesi. A questo proposito Andrea Lulli, deputato del Pd ha inviato ai ministri della difesa e dell’interno un’interrogazione a risposta scritta. «Dal 12 agosto scorso, 39 militari dell’esercito italiano sono operativi a Prato — sottolinea l’onorevole Lulli — le aree interessate dalla loro presenza, che sarebbe garantita per un anno, sono il centro storico, la zona della stazione e via Firenze, Chinatown».

Il deputato ricorda che i soldati destinati alla città dovevano essere originariamente 51, ma che la disponibilità finale è risultata inferiore di una decina di unità: per ciò non coprono l’intero arco delle 24 ore. Inoltre essendo affiancati da personale della questura e dei carabinieri, possono svolgere varie attività tipiche delle forze dell’ordine, dall’attività di identificazione di persone in strada e di mezzi ai controlli alle ispezioni nei capannoni gestiti da stranieri «ma senza averne lo specifico addestramento». «Gli organici della polizia e dei carabinieri di Prato — prosegue Lulli — sono ridotti all’osso ed è innegabile che per la città sarebbe stato molto più utile rafforzare le forze dell’ordine, almeno per coprire il turn over che solo nell’ultimo anno in Questura ha ridotto il personale di 12 unità.

Prato è afflitta da infiltrazioni criminali, dal fenomeno dell’usura e da altri problemi che richiedono personale specializzato quali poliziotti e carabinieri e non soldati che dispongono di ottime professionalità ma ben diverse da quelle richieste alle forze dell’ordine, la scelta di ricorrere all’esercito appare quindi come una mossa di mera propaganda politica, quali siano l’effettivo costo economico della permanenza dei 39 militari a Prato e le regole d’ingaggio cui gli stessi debbono sottostare».