Terapia innovativa per l'insufficienza respiratoria all'ospedale S. Stefano

"Questa tecnica ci consente di aiutare i nostri pazienti limitando l’aggressività dei trattamenti convenzionali"

L'équipe di terapia intensiva dell'ospedale Santo Stefano

L'équipe di terapia intensiva dell'ospedale Santo Stefano

Prato, 23 dicembre 2016 - Si chiama decapneizzazione, la tecnica innovativa applicata nella terapia intensiva dell'ospedale Santo Stefano per il trattamento dei pazienti con insufficienza respiratoria grave. L’insufficienza respiratoria grave è una delle principali cause di morbilità e di mortalità a livello mondiale, ed è caratterizzata dal frequente verificarsi di episodi di riacutizzazione che possono compromettere la vita del paziente. Spesso è necessario il ricovero in terapia intensiva e per consentire il superamento della crisi è indispensabile utilizzare la ventilazione meccanica invasiva che può innescare meccanismi di danno polmonare.

Per evitare l’insorgenza di questi danni sono state recentemente applicate, nei pazienti ricoverati in terapia intensiva al Santo Stefano, tecniche di supporto respiratorio extracorporeo (la cosiddetta “decapneizzazione”) che hanno l’obiettivo di evitare l’utilizzo di ventilazione meccanica invasiva o almeno di limitarne l’aggressività. Oggi, queste tecniche sono impiegate con successo all’ospedale pratese.

“La decapneizzazione extracorporea è una possibilità nuova, che ci consente di aiutare i nostri pazienti limitando l’aggressività dei trattamenti convenzionali – commenta il dottor Guglielmo Consales, direttore di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Prato e dell’area di anestesia e rianimazione dell’Azienda Usl Toscana Centro - l’obiettivo è quello di evitare le usuali procedure invasive che sono inevitabilmente associate a un progressivo aggravamento delle condizioni cliniche dei nostri pazienti. Siamo tra i primi in Italia ad applicare questa tecnica innovativa, i risultati che abbiamo ottenuto sono positivi ed incoraggianti. Li presenteremo al prossimo congresso internazionale di terapia intensiva che si terrà a Bruxelles a marzo del prossimo anno”.

L’applicazione di queste tecniche deriva dalla consolidata esperienza di tutto il team medico e infermieristico, della terapia intensiva dell’ospedale di Prato che da anni è impegnato nella cura dei pazienti critici ed in particolare nell’impiego dei trattamenti di supporto extracorporeo. “L’esperienza acquisita in questi anni ci fa affrontare con tranquillità i compiti sempre nuovi che l’introduzione di queste tecniche comporta. I risultati positivi che abbiamo ottenuto ci incoraggiano per il futuro", aggiunge Beatrice Bettazzi, coordinatrice infermieristica.

Questa tecnica apre sicuramente nuove prospettive per il trattamento dei pazienti affetti da insufficienza respiratoria grave, si inserisce nelle azioni di miglioramento ed è frutto del lavoro che l’Azienda USL Toscana Centro sta compiendo per offrire alla collettività un servizio sempre più efficiente