{{IMG_SX}}Prato, 12 marzo 2008 - Cari libri di testo, ma quanto mi costate? Una domanda che fino a quest’anno ha tolto il sonno prima durante e dopo l’acquisto di un pesante 'fardello' che appesantisce gli zaini degli studenti e alleggerisce ancor di più i portafogli dei genitori in piena epoca di carovita globale. Ma dal prossimo anno scolastico a porsi il quesito dovranno essere, giocoforza, anche gli istituti superiori, visto e considerato che il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, lo scorso febbraio ha firmato un decreto che fissa per l’anno scolastico 2008-2009 tetti di spesa - già in vigore per elementari e medie - per i testi scolastici scelti dai docenti delle scuole superiori. E così, a differenza di quanto avvenuto in passato, i costi programmati dovranno essere mantenuti entro i limiti indicati, pena l’invalidazione della delibera del collegio dei docenti sull’adozione dei libri.



Secondo un monitoraggio eseguito dal ministero il 40% delle classi italiane delle superiori dovrà abbassare l’importo complessivo per l’acquisto dei volumi. Qual è la situazione nella nostra città? Stando alle tabelle stilate dal ministero, quasi tutte scuole superiori pratesi se i tetti fossero già entrati in vigore risulterebbero fuori regola, o meglio fuori budget. Prendendo a campione gli importi di spesa relativi alle prime classi, lo scorso settembre la spesa per i libri di testo all’istituto commerciale "Gramsci-Keynes" è stata di 307 euro mentre per l’anno prossimo il tetto stabilito è di 290 euro con un abbassamento programmato di 17 euro, pari al 6%. Al liceo scientifico 'Cicognini' la spesa è stata di 355, 50 euro in più a fronte di un futuro tetto stabilito di 305 euro. Stesso discorso più o meno al liceo scientifico 'Livi': dai 349 euro di quest’anno si dovrà scendere a 305, con un calo di 44 euro, pari al 14,5% in meno.



La palma di scuola superiore 'più cara' andrebbe assegnata al liceo classico 'Cicognini' che stabilisce il record del 22,5% di spesa in più rispetto ai limiti stabiliti da Fioroni. A settembre di quest’anno la spesa dei libri di testo ha toccato quota 392,45, ma dall’anno prossimo dovrà drasticamente scendere a 320. La classica eccezione che conferma la regola è rappresentata all’istituto professionale commerciale 'Datini' con i suoi 276, 40 euro che rappresentano il 7% sotto il tetto massimo stabilito di 295 euro per il 2008-2009. Al di là delle singole situazioni, comunque, tutte le scuole interessate saranno chiamate a una 'gestione virtuosa' dei budget.



Ma quali sono le reazioni dei presidi? "Sarebbe stato magari meglio privilegiare ulteriormente le situazioni delle famiglie più bisognose", dice Roberto Paganelli del 'Datini'. Dito puntato suglieditori: "La scuola può anche sforzarsi di contenere il numero dei libri di testo - sottolinea Grazia Tempesti del 'Gramsci-Keynes' - ma un analogo sforzo è necessario da parte degli editori sui prezzi. Per quel che ci riguarda ci attrezzeremo anche con la nostra biblioteca che dispone di circa diecimila libri".

 


Plauso al provvedimento dal Buzzi: "E’ sicuramente un utile deterrente per il contenimento delle spese - dice il presiede Francesco Rossi - ma si va comunque a fare un intervento a valle piuttosto che a monte".
Dal Copernico si chiede chiarezza: "C’è ancora troppa confusione tra libri consigliati e quelli adottati - sottolinea Riccardo Rossi, vicepreside del liceo scontifico - forse bisognerebbe valutare se non sia giunto il momento di abolire l’obbligo del libro di testo, sostituendolo con percorsi didattici specifici per le singole scuole".

 


Chiede la gratuità dei libri di testo il responsabile del Marconi: "Il tetto è giusto - rileva Stefano Papini dell’istituto professionale - ma mi chiedo come mai nella scuola dell’obbligo i libri di testo non siano gratuiti. In realtà si continua ad operare per ‘compartimenti’, mentre la scuola necessita di una riforma complessiva seriamente legata all’adempimento dell’obbligo". E di un’impostazione complessiva ancora troppo legata alla riforma Gentile parla anche Maria Josè Manfré del 'Dagomari': "Credo che sarà molto difficile rientrare nei budget stabiliti, e poi non esiste un effettivo libero mercato del libro di testo in quanto le differenze fra le varie edizioni sono minime".

 


Contrario al provvedimento Fioroni, Luigi Nespoli: "Un provvedimento che non spetta al ministro, giusto nella sostanza, sbagliato nella forma - è il lapidario giudizio di Luigi Nespoli del liceo-ginnasio 'Cicognini' -, è un atto grave, che mette in discussione l’autonomia scolastica". Però, chi l’avrebbe mai detto che anche un ministro della pubblica istruzione potesse essere mai 'bocciato'...