"Vorrei più tifosi allo stadio e imprenditori"

Pontedera, parla Navarra, detentore del 41% del club: "Abbiamo un 10-15% di quote libere. La città potrebbe esprimere di più"

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Non ama rilasciare troppe interviste, preferendo far sentire la sua presenza, forte e qualificata, lontano dai riflettori. Ma quando si concede – per noi è la seconda volta in 8 mesi – Rosettano Navarra, affermato imprenditore nel settore dei rifiuti, nato a Ferentino (Frosinone) e detentore del 41% delle quote del Pontedera, lo fa in maniera totale.

Sul piano sportivo che voto darebbe a questo 2022?

"Darei un bel 9, perché nella mia testa c’è sempre, su qualsiasi tipo di giudizio, la possibilità di migliorarsi. Non esiste il 10 in senso assoluto, e 9 è il massimo che si può dare a questo Pontedera. Si è assistito ad una crescita esponenziale dei tanti under che abbiamo, e questo mi ha dato grande soddisfazione, perché fin dal primo giorno l’obiettivo era far crescere e dare valore a questi giovani. L’altra nota positiva è stata l’integrazione con i 3-4 over del gruppo, che oltre ad esser bravi, in questo caso sono stati veramente gli allenatori in campo. Il resto l’hanno fatto Zocchi prima e Canzi dopo, riuscendo a far esprimere al massimo un gruppo genuino, che potrà soltanto crescere".

Come spiega la netta differenza di rendimento tra la gestione di Catalano e quella di Canzi?

"Qui entriamo in un discorso che non è solo tecnico, ma anche di approccio al gruppo di lavoro. Premesso che Canzi non è stato un ripiego perché lo avevamo già contattato a luglio, ma lui aveva firmato con la Turris, io penso, senza offesa, che nella vita c’è chi nasce primo e chi secondo. Catalano aveva buone idee, ma sul campo non riusciva a metterle in pratica. Magari gli sarebbe servito più tempo, ma nella vita non sempre si può concederlo, e dopo un mese di preparazione e sei partite di campionato era il caso di dare una svolta".

Quando a maggio lei è arrivato a Pontedera ha detto: "Vogliamo fare almeno come gli anni precedenti, possibilmente meglio". A quanto pare ci sta riuscendo.

"Siamo contenti che l‘asticella si alzi. Adesso dipenderà dai ragazzi decidere se stare dalla parte sinistra o destra della classifica. Abbiamo allestito una rosa valida e questo gruppo non è facile da migliorare, come hanno confermato venerdì scorso i tre bellissimi gol di Mutton, un giocatore che non aveva mai dato segnali così forti quando era entrato, ma che l’allenatore mi diceva lavorare bene in settimana. Per questo mercato lo staff si sta guardando intorno per capire se esiste qualche opportunità, ma non vogliamo rompere il giocattolo. E per migliorare bisogna guardare sempre avanti, spendendo il giusto".

Vista la qualità della squadra allestita, c’è una stabilità di bilancio o serviranno nuovi investimenti?

"Guardi, anche se so che per voi sarà una sorpresa, il budget di quest’anno non è superiore a quello degli altri anni. E ciò avvalora le capacità delle persone che hanno allestito questa squadra. La società è una società trasparente e tranquilla, tutto è sotto controllo e i numeri sono a posto. Ma questo a Pontedera a volte non risuona in maniera così positiva, perché spesso qualche socio locale fa un passo indietro a livello mentale. Intendo dire che rispetto al passato, dove non conoscevano nulla perché c’era una sola persona che faceva tutto, adesso questa gestione diversa, più aperta, li disorienta e accade che escano in giro cose che invece non dovrebbero scappare. Ecco, anche se finora abbiamo sempre tamponato queste... chiacchiere da bar, sarebbe meglio certe cose tenerle nel proprio ufficio".

ll Pontedera la sta facendo appassionare?

"All’inizio non mi sentivo integrato, adesso invece mi sento come a casa mia, e ci sto molto bene. Mi dispiace un po’ per le poche presenze allo stadio. Ma non per me, quanto per la squadra, perché i ragazzi ci tengono a fare un tutt’uno col pubblico. Se i tifosi che ci sono stanno facendo il massimo, anche fuori casa, auspicherei uno zoccolo duro di qualche centinaio di persone che faccia sentire la propria voce. Così come chiedo a qualche imprenditore locale di far sentire la sua presenza, perché abbiamo un 10-15% di quote libere. Sono sicuro che la città potrebbe esprimere di più e in questo modo si potrebbe migliorare il budget societario, senza aumentare le quote, per ambire a campionati ancora migliori".

Stefano Lemmi