Quanto vale il Pontedera. Bilancio dopo 6 test

Difesa, centrocampo e attacco ai raggi x. Ecco i punti di forza e le criticità apparse in questo primo mese di allenamenti

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Dopo un mese di allenamenti e sei amichevoli (oggi alle 17,30 al Mannucci la settima, contro la Cuoiopelli, ingresso gratuito), il Pontedera ha messo alle spalle un periodo già significativo per consentire una prima impressione su quello che la squadra di Catalano potrebbe riuscire ad esprimere dal 4 settembre in avanti. Vediamo per ciascuno dei tre reparti cosa è emerso.

Difesa. L’intesa è parsa già buona e fra i tre è sembrato il settore più solido. Lo dice il fatto che anche contro le squadre di categoria superiore (Ternana e Spal) non ha concesso granché. Delle 7 reti complessivamente subite, l’unica "vera" è stata la prima contro il Monterosi (slalom vincente dell’avversario su due difensori). Le tre con la Ternana si sono concretizzate nel quarto d’ora finale, con una squadra ormai stravolta dai cambi, quella con la Spal dal dischetto, la seconda col Monterosi per una sfortunata autorete e quella contro la Sampdoria Primavera al 5’ di recupero di una gara già mollata di testa (con Catalano che comunque per questo gol si è arrabbiato tantissimo). Siano tra i pali sembra già offrire certezze e giocare con una linea a tre o a quattro non pare aver creato scompensi. Questo consente di avere una valida soluzione da applicare in base all’atteggiamento offensivo dell’avversario di turno.

Centrocampo. Il reparto come noto necessita di un altro giocatore over (il direttore Zocchi è sulle sue tracce: arriverà prima di domenica?) e solo negli ultimo dieci giorni si è arricchito di un elemento dotato tecnicamente qual è Ladinetti, al quale l’allenatore granata intende affidare le chiavi della verticalizzazione del gioco. I posti disponibili in mediana sono solitamente quattro (anche se nell’ultimo test è stata provata una linea a tre fin dall’inizio) e con Perretta e Catanese che sembrano inamovibili, Catalano ha al proprio arco diverse frecce da scoccare, soprattutto quando ci sarà il nuovo innesto. Sui lati gli under Somma (a destra) e Aurelio (a sinistra) sembrano adatti per occupare con profitto la fascia sia da difensori aggiunti, quindi stando più bassi, sia da centrocampisti offensivi, quindi arrivando sul fondo e crossando.

Attacco. Anche qui manca un tassello, quello più importante per definizione, e quindi da non sbagliare: il centravanti che finalizzi la mole di lavoro creata dalla squadra. Tre i posti che costituiscono il reparto avanzato, che sia con il 2-1 o l’1-2, e dove attualmente ruotano in cinque giocatori. Due, almeno sulla carta, sono dotati di una tecnica superiore alla media del gruppo: Benedetti e Fantacci, con quest’ultimo che però era assente alle ultime tre partite ma che dovrebbe farsi rivedere in campo oggi. A loro Catalano chiederà di saltare l’uomo e liberarsi al tiro sfruttando le riconosciute qualità balistiche. Gli altri tre sono il baby Cioffi, che ha dimostrato, giocando prevalentemente largo, di costituire un’insidia per le difese avversarie, Petrovic, che con i suoi 190 centimetri di altezza deve ancora raggiungere la forma giusta per far esplodere le sue potenzialità (non sul gioco aereo però, per sua stessa ammissione), e Mutton, il più avanzato di tutti, incontenibile nel 4-0 contro l’Aglianese (2 reti e 2 assist) ma opaco in fase di finalizzazione contro la Sampdoria primavera.

Stefano Lemmi