Pisa, è il momento giusto per il testa-coda

Più testacoda di così proprio non si può. Il Pisa che guarda tutti dall’alto in basso, praticamente dall’inizio del campionato, a + 3 dalla seconda nonostante il ko di Crotone. Il Pordenone che è inchiodato laggiù un fondo, più o meno, dallo stesso periodo. Ci sono almeno cinque ottime ragioni per cui i nerazzurri possono battere il Pordenone. E, in qualche misura anche devono, fermo restando che pure un risultato diverso, poco cancellerebbe dello straordinario avvio di stagione di Gucher e compagni e anche delle ambizioni d’alta classifica, assolutamente legittime da coltivare data la classifica e le prestazioni.

Il Pisa è più forte. La più ovvia è che il Pisa, sulla carta, è di gran lunga più forte del Pordenone. Dopo otto turni di campionato, la classifica comincia ad avere un grado di attendibilità abbastanza significativo e se la squadra di D’Angelo e quella del "neoassunto" Tedino, terzo allenatore in due mesi a sedere sulla panchina dei Ramarri ci sono ben 18 punti di differenza, significa che un po’ di differenza deve esserci. Per spegnere sul nascere ogni accenno di critica. Malumori no. Ma la prima sconfitta stagionale qualche strascico di comprensibile dibattito fra i tifosi lo ha prodotto fra chi pensa che la scelta di lasciar fuori i nazionali fosse inevitabile e chi, invece, ritiene che potessero essere schierati dal primo minuto. Il modo migliore per mandare in archivio ogni discussione è uno solo: vincere e possibilmente convincere contro il Frosinone per dimostrare di aver imparato la lezione di Crotone. Beninteso, per le occasioni avute e per quanto dimostrato nell’arco dei 90 minuti, nulla ci sarebbe stato da obiettare se il Pisa fosse tornato dallo Scida con un risultato positivo. Però, non è stato lo stesso Pisa visto nelle gare precedenti, nella scelta degli interpreti e anche nell’approccio alla partita. Lo ha ammesso D’Angelo: "Abbiamo provato anche stavolta a partire forte, ma non ci siamo riusciti". Del tormentone di questi giorni,far giocare o meno i calciatori reduci da impegni internazionali, se ne tornerà a parlare nella seconda metà di novembre, dopo la prossima sosta.