Il concetto è chiaro: la strada è sempre lunga, c’è solo da continuare a lavorare tanto e parlare poco. E’ questo il messaggio che arriva dalla società granata, nell’occasione da Moreno Zocchi, direttore sportivo del Pontedera, che, da uomo di calcio di lunga esperienza qual è, non si lascia andare a voli pindarici per questa striscia di risultati che ha portato la squadra dalle sabbie mobili dei play out a un punto dalla zona play off. "La strada intrapresa è quella giusta – osserva Zocchi – ma siamo appena alla 12a giornata e 17 punti non bastano per salvarsi. Quindi dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa e parlare poco, come stiamo facendo. Perché abbandonare questa strada e prendere quella sbagliata è un attimo". Anche il direttore sa che questo Pontedera sta sempre più assumendo le volute sembianze di compagine scorbutica sul campo. "Alla fine della partita di sabato – confida – c’è stata una frase di un giocatore del Rimini, che ha detto che non si sono saputi contrapporre alla cattiveria agonistica del Pontedera. Ecco, questa è la cosa che più mi è piaciuta, perché da quando sono arrivato qui ho detto che avrei voluto che il Pontedera fosse andato avanti sulla falsariga precedente. Ossia di essere una squadra che dava fastidio, come dicevo quand’ero all’Imolese e l’ho incontrato. Ora la frase di sabato lascia pensare che stiamo arrivando a quel livello". Indubbiamente l’arrivo di Massimiliano Canzi in panchina ha dato un’impennata decisa ai risultati. "Il mister – prosegue Zocchi – è una persona molto intelligente. Ha saputo lavorare sui difetti, ma ha saputo valorizzare anche quelle che sono le qualità di questi ragazzi. Non che prima questo non accadesse. Assolutamente, perché Catalano è un grandissimo conoscitore di calcio e aveva lavorato bene. Purtroppo però quando non arrivano i risultati il primo che salta è l’allenatore, ma le colpe di quel momento non erano solo sue. Io le divido con lui". Guai però parlare di qualità dell’organico, perché il direttore granata alza subito il muro: "La rosa è valida, ma non voglio sentirlo dire. L’ultima volta che ho udito una cosa del genere era alla quarta di campionato, quando l’allenatore della Vis Pesaro (Sassarini, ndr) lo diceva dei suoi. Mi piacerebbe invece che questi concetti venissero esternati a fine stagione. Detti oggi non contano niente". Anche perché dopo l’1-1 di quel giorno la Vis Pesaro aveva 8 punti in classifica e il Pontedera 3, oggi, otto turni dopo, la Vis ne ha 13 e i granata 17. Ma ora la concentrazione è tutta spostata sul match di Reggio Emilia, per il quale i tifosi della gradinata nord Diego Savelli hanno organizzato un pullman (ritrovo alle 10 sul piazzale dello stadio, lato tribuna) e sfida alla quale il Pontedera arriva carico di fiducia. "Ma se pensiamo di essere al livello della Reggiana – ammonisce Zocchi – significa che non abbiamo capito niente. Se andiamo a Reggio consci di avere qualcosa in meno dei nostri avversari sotto certi aspetti e siamo decisi a mettere qualcosa in più sotto altri, allora ce la possiamo giocare. Se invece pensiamo di giocare di fioretto perché arriviamo da tre vittorie, o dal successo di Coppa, allora facciamo presto a ritornare dove eravamo qualche domenica fa…". Stefano Lemmi

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Il concetto è chiaro: la strada è sempre lunga, c’è solo da continuare a lavorare tanto e parlare poco. E’ questo il messaggio che arriva dalla società granata, nell’occasione da Moreno Zocchi, direttore sportivo del Pontedera, che, da uomo di calcio di lunga esperienza qual è, non si lascia andare a voli pindarici per questa striscia di risultati che ha portato la squadra dalle sabbie mobili dei play out a un punto dalla zona play off.
"La strada intrapresa è quella giusta – osserva Zocchi – ma siamo appena alla 12a giornata e 17 punti non bastano per salvarsi. Quindi dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa e parlare poco, come stiamo facendo. Perché abbandonare questa strada e prendere quella sbagliata è un attimo". Anche il direttore sa che questo Pontedera sta sempre più assumendo le volute sembianze di compagine scorbutica sul campo. "Alla fine della partita di sabato – confida – c’è stata una frase di un giocatore del Rimini, che ha detto che non si sono saputi contrapporre alla cattiveria agonistica del Pontedera. Ecco, questa è la cosa che più mi è piaciuta, perché da quando sono arrivato qui ho detto che avrei voluto che il Pontedera fosse andato avanti sulla falsariga precedente. Ossia di essere una squadra che dava fastidio, come dicevo quand’ero all’Imolese e l’ho incontrato. Ora la frase di sabato lascia pensare che stiamo arrivando a quel livello". Indubbiamente l’arrivo di Massimiliano Canzi in panchina ha dato un’impennata decisa ai risultati.
"Il mister – prosegue Zocchi – è una persona molto intelligente. Ha saputo lavorare sui difetti, ma ha saputo valorizzare anche quelle che sono le qualità di questi ragazzi. Non che prima questo non accadesse. Assolutamente, perché Catalano è un grandissimo conoscitore di calcio e aveva lavorato bene. Purtroppo però quando non arrivano i risultati il primo che salta è l’allenatore, ma le colpe di quel momento non erano solo sue. Io le divido con lui". Guai però parlare di qualità dell’organico, perché il direttore granata alza subito il muro: "La rosa è valida, ma non voglio sentirlo dire. L’ultima volta che ho udito una cosa del genere era alla quarta di campionato, quando l’allenatore della Vis Pesaro (Sassarini, ndr) lo diceva dei suoi. Mi piacerebbe invece che questi concetti venissero esternati a fine stagione. Detti oggi non contano niente". Anche perché dopo l’1-1 di quel giorno la Vis Pesaro aveva 8 punti in classifica e il Pontedera 3, oggi, otto turni dopo, la Vis ne ha 13 e i granata 17. Ma ora la concentrazione è tutta spostata sul match di Reggio Emilia, per il quale i tifosi della gradinata nord Diego Savelli hanno organizzato un pullman (ritrovo alle 10 sul piazzale dello stadio, lato tribuna) e sfida alla quale il Pontedera arriva carico di fiducia. "Ma se pensiamo di essere al livello della Reggiana – ammonisce Zocchi – significa che non abbiamo capito niente. Se andiamo a Reggio consci di avere qualcosa in meno dei nostri avversari sotto certi aspetti e siamo decisi a mettere qualcosa in più sotto altri, allora ce la possiamo giocare. Se invece pensiamo di giocare di fioretto perché arriviamo da tre vittorie, o dal successo di Coppa, allora facciamo presto a ritornare dove eravamo qualche domenica fa…".
Stefano Lemmi

"È ancora lunga la strada  La salvezza va conquistata"    

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