Consoloni, dalla boxe al calcio... ora granata

Il fondatore di Ufoplast è entrato nell’organigramma societario del nuovo Pontedera. "Esser stato chiamato dal sindaco mi ha colpito".

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L’ingresso di Vito Consoloni nell’organigramma societario del Pontedera è stato accolto con toni entusiastici dalla piazza. Tutti sanno quanto il fondatore di Ufoplast sia ambizioso. Nel lavoro ma anche nello sport, elemento da cui la sua vita non può prescindere.

Consoloni, da dove cominciamo?

"Dal mio rapporto con lo sport. Il primo amore è stata la boxe. Ma non perché da ragazzo mi piacesse fare a cazzotti. Anzi, non mi sono mai picchiato. Solo che a meno di 20 anni ho cominciato a frequentare la palestra della Pugilistica Pontedera, dove mi allenavo anche con Sandro Mazzinghi. Poi sono diventato allenatore e anche presidente, fino al 1990. Un amore durato 30 anni".

Quindi ha anche degli incontri nel suo curriculum?

"(ride). No, non ho mai debuttato. Perché quando dovevo farlo e lo dissi ai miei genitori scoppiò il putiferio. Me lo impedirono. E così mi sono sempre e solo allenato".

Che rapporto aveva con Pontedera?

"Ci sono tornato con la mia famiglia quando avevo 16 anni e ci ho fatto le scuole di Avviamento. Ma stare sui libri non mi piaceva molto, così dopo due anni di scuola sono entrato a lavorare".

Dove?

"A scuola ci insegnavano i mestieri e io sentii subito un’affinità verso i lavori di officina. Così entrai da Ghiara Meccanica".

Dove ha lavorato anche Marcello Pantani, un altro dei nuovi soci del Pontedera.

"Sì, abbiamo lavorato insieme, ma con Marcello ci conoscevamo fin da piccoli. Lui abitava alla Montacchita, sopra Forcoli e io in una borgatella a un chilometro, Montichiari".

Quando nasce Ufoplast?

"Al lavoro mi ero specializzato nell’uso delle macchine utensili e così all’inizio degli anni ‘70, avevo poco più di 30 anni, aprii un piccolo garage in via Fiorentina, a Pontedera. Pensi che per 9 mesi lavoravo da Ghiara fino alle 18 e poi nel mio fondo fino a mezzanotte. Nel frattempo cominciai a produrre stampi in plastica per le statuine del presepe. Così da Pontedera mi spostai a San Romano e poi mi murai un piccolo capannone a Calcinaia. Avendo appunto già maturato esperienza per gli stampi in plastica e avendo la passione per le moto, con i miei collaboratori decidemmo di fare accessori per quelle. E’ così che nacque Ufoplast. Era il 1977".

Quando entra invece nel mondo del calcio?

"Nei primi anni ‘90, come presidente del Calcinaia. Rimasi tre anni con due promozioni, poi capii che sul piano umano il dare non era quanto l’avere e così lasciai. Allora mi sono inserito nel settore giovanile, prima con il Valdera Calcio, dove per dieci anni ho avuto Paolo Pastacadi come fido scudiero, poi a Cascina, a Forcoli, con mio fratello Marco, e un breve periodo a Pisa. Ma le dico una cosa: non sono mai andato a vedere una partita delle prime squadre".

Perché ha accettato Pontedera?

"Per due motivi. Perché me lo ha proposto Pastacaldi e perché è venuto il sindaco Franconi a chiedermi di entrare. Una cosa del genere non era mai accaduta con nessuna delle amministrazioni comunali precedenti. Però mi sa che adesso qualche partita dovrò venire a vederla...".

Stefano Lemmi