Da venti anni è agente della Fiba soccer (trattando calciatori come ad esempio Eder, Paulinho, Emerson, Maicon), negli anni Novanta ha giocato e segnato nel Pontedera lasciando un ricordo profondo con le sue 39 reti 94 presenze, tutte in C2, e oggi, a 55 anni, conserva il colore granata sotto la pelle. Tutto questo è Andrea Bagnoli, che quest’anno non ha mai perso una partita al Mannucci e che, tra l’altro che cura gli interessi del tecnico Canzi e di Ladinetti. Bagnoli, si aspettava questi buoni risultati dal Pontedera? "Conosco Canzi dal 2015, quando allenava le giovanili del Cagliari. Ho sempre avuto stima nei suoi confronti e tra noi c’è sempre stato un buonissimo rapporto. Quindi non mi meravigliano questi risultati positivi, che sono in linea con la sua preparazione tattica. Che aveva già dimostrato in passato con il Cagliari, facendo debuttare molti ragazzi in prima squadra, e con l’Olbia, portata ad uno storico playoff. Credo che da ora in avanti si comincino a vedere ancor più i suoi meccanismi, tant’è che già sabato contro il Rimini si è potuta ammirare una squadra diversa". Vien da dire buon per il Pontedera che l’accordo con la Turris è saltato prima del 4 settembre... "Credo che a Torre del Greco si stiano mangiando le mani per aver preso una decisione frettolosa. Ma ormai è un capitolo che si è chiuso in maniera intelligente da ambedue le parti". Perché invece ha detto sì al Pontedera? "Perché Canzi è una persona che cercava un progetto, che c’era anche alla Turris, e le persone con le quali ha parlato a Pontedera gli hanno fatto capire questo. Durante la trattativa un dirigente mi ha detto come battuta, Andrea ci metti la faccia. Io gli ho risposto che la cosa non mi preoccupava perché conoscevo il tecnico e il valore dei suoi metodi. E infatti, nonostante abbia potuto lavorare poco a causa dei molti impegni ravvicinati dovuti alla Coppa, ha già trasmesso le proprie idee al gruppo". Canzi, che ha 56 anni, ha detto che la sua ambizione e speranza è arrivare ad allenare in Serie A... "Secondo me ha le carte in regola per fare un cammino importante. Chiaramente, uscire da questa categoria è il primo passo". Parliamo dell’altro suo assistito, il centrocampista Ladinetti, tra le sorprese più liete. Lui dove può arrivare? "Purtroppo la sua crescita sportiva è stata condizionata dai problemi di Covid avuti nel giugno 2021, quando era a Cagliari, e che lo hanno costretto a ripartire a gennaio da Olbia. Con tutto il fardello che lascia addosso questo virus. Ma è un calciatore che tutti gli allenatori vorrebbero, perché gioca molti palloni, cerca sempre la verticalizzazione, e a lui una squadra si appoggia nei momenti di difficoltà. Quest’ anno sta trovando anche quella personalità che magari qualcuno pensava non avesse, non certo io, e la stagione sarà determinante per le sue chance di salire di categoria". Stefano Lemmi