"Campionato più difficile dei precedenti E questo ci deve far stare con le antenne dritte"

La notte porta consiglio. In verità quella tra sabato e domenica è servita soltanto a smaltire l’amarezza per il 2-3 con la Lucchese incassato qualche ora prima, perché in quanto a consigli il direttore generale del Pontedera, Paolo Giovannini, sa già benissimo da sé cosa fare.

"Da domani si riparte con il lavoro" ci aveva detto lasciando il Mannucci. E da ieri mattina, con la squadra che ha ripreso ad allenarsi in vista della trasferta di domani a Cesena (alle 21), il direttore ha già tracciato le modalità per la sterzata: "Forse un po’ tutti ci eravamo aggrappati a questa alternanza tra i risultati in casa e quelli fuori, invece dopo 9 giornate, periodo per il quale si può già fare un bilancio, va guardata in faccia la realtà. Ed è una realtà che dice come il campionato sia di un livello più alto rispetto al nostro pensiero-standard. Se qualcuno poteva pensare che fosse la solita stagione scontata, deve invece prendere atto che andare a Gubbio o ad Ancona non è come andare a giocare alcune trasferte alle quali ci eravamo ormai abituati. Società, staff e squadra erano ormai avvezzi a guardare verso l’altro, invece questa stagione ci dice che ci sarà da lottare con altre 10-12 squadre guardando quindi verso il basso. E questo ci deve far stare con le antenne dritte".

E’ chiaro che serve però un Pontedera profondamente diverso da quello svagato visto contro la Lucchese. "Ripeto – prosegue il direttore - che il livello del girone è più alto e quindi tutte quelle caratteristiche caratteriali, agonistiche e disciplinari che ci sono appartenute in passato devono essere ritrovare quanto prima, perché sono prerogative che abbiamo e che sono solo smarrite". "Nessuno ha perso la fiducia sul fatto che questa squadra possa fare 42-45 punti per disputare un campionato tranquillo – conclude Giovannini - ma è chiaro che dobbiamo alzare le prestazioni senza fossilizzarci sui singoli episodi, perché alla lunga si perde non per questi, ma per gli atteggiamenti sbagliati".

Stefano Lemmi