Maraia: "Adesso dobbiamo pensare al Livorno"

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Facce scure al triplice fischio che ha sancito il ko casalingo del Pontedera. Il primo commento a caldo è del presidente Piero Gradassi: "Ci è mancato il gol contro una Pro Patria confermatasi squadra tosta che ci ha impedito di giocare e che ha trovato il vantaggio controllandolo poi nella ripresa. Noi non abbiamo creato tante palle gol e la sconfitta così è stata inevitabile. Dispiace per questa battuta d’arresto, ma ogni partita ha la sua storia e ora bisogna solo reagire e andare con fiducia domenica a Livorno". Anche se, comprensibilmente, la voglia di parlare è poca, l’allenatore Ivan Maraia (nella foto) non si sottrae al rito della conferenza stampa post-partita. "Questa è stata una delle due partite-no offerte fin qui. Sicuramente la prestazione della mia squadra è stata sotto tono, proprio nella giornata in cui incontri l’avversario più ostico. Abbiamo avuto difficoltà, soprattutto nel primo tempo, nel cercare di creare pericoli, quando la Pro Patria si è mostrata più aggressiva e più pronta di noi. Era un aspetto, questo, che pensavo potessimo imporre noi a loro, invece è stato alla rovescia". Qualcosa di meglio, almeno a livello di reattività, si è visto nella ripresa. Ancora Maraia: "Nel secondo tempo abbiamo messo più volontà e voglia di recuperare, ma lo svantaggio ha fatto sì che ne venisse fuori una partita non adatta a noi e ideale per loro. Magari potevamo anche meritare un risultato di parità per l’impegno, ma così non è stato e quindi come sempre bisogna accettare il risultato". Su quanto abbia influito il fatto di giocare all’inusuale orario, Maraia risponde così: "E’ un orario inusuale, questo è certo, però se ci ha tolto brio o carica rispetto ad un orario più... normale, non lo so. Dico solo che per tutto il primo tempo la mia squadra non è stata pronta e reattiva come la Pro Patria, che si è confermata una squadra importante. In ogni caso – conclude il tecnico – non bisogna abbattersi e da martedì cominciare a pensare alla partita di Livorno".

Stefano Lemmi