Pontedera, 28 novembre 2012 - Guardando il dato dei votanti (2864) c’è chi dice che l’importante è la partecipazione. Ma in realtà negli ambienti del Pd che conta, si respira un’aria da Caporetto. Per la prima volta nella roccaforte di Pontedera si è aperta una crepa e nessuno se lo aspettava. Non gli uomini di Rossi, il governatore della Toscana sindaco per due mandati della città della Vespa. Ma nemmeno i simpatizzanti di Renzi: l’altra notte, finito lo spoglio, quasi non credevano ai loro occhi. Resta il fatto che a Pontedera-la Rossa, Matteo Renzi si è portato a casa il 48,5% dei consensi lasciando Bersani, fortemente sponsorizzato da Rossi, indietro di quasi 8 punti. D’altronde, chi semina vento raccoglie tempesta, soprattutto in tempi di magra. Così certe scelte del governatore toscano, qui sono state prese un po’ come un tradimento, commenta Marcello Casati, Uil, che si è rifiutato di andare a votare e che non andrà neanche domenica prossima. «Diciamo che, a fronte dei problemi della Piaggio e di altre nostre aziende, lui ha preferito fare gli interessi di Livorno e di Piombino e ci ha un po’ snobbati». Gli fa eco Luca Sonnini, Rsu Piaggio: «Rossi? Negli ultimi anni lo abbiamo visto sempre meno. Nemmeno sappiamo più come è fatto. E gli elettori questa volta hanno protestato».

Ma il sindaco, Simone Millozzi, da sempre nelle file del Governatore, a questa lettura non ci sta, cercando di mitigarne gli effetti. "In fondo - afferma - Bersani a Pontedera ha preso più o meno gli stessi voti delle primarie precedenti. Solo che allora l’avversario Franceschini era molto più debole. I voti a Renzi significano solo che molti altri elettori si sono avvicinati a noi". Ma poi ammette: "Certo, su questi dati dovremo comunque aprire una riflessione. I consensi andati a Renzi in questa città possono essere interpretati come un voto antisistema. D’altra parte oggi è difficile parlare di contenuti. E’ chiaro che chi parla al mal di pancia della gente finisce con l’essere più ascoltato".
Diverso ancora, ovviamente, il punto di vista di Renzo Macelloni, ex sindaco di Peccioli, più di una volta spina nel fianco del Pd e dello stesso Rossi: "Da parte dei pontederesi forse c’è stata anche la volontà di punire Rossi, però non c’è dubbio che non solo in Valdera bensì in tutta la Toscana c’è voglia di cambiamento - ha spiegato Macelloni - Chiamarsi Partito Democratico non significa infatti essere democratici per definizione. Ciò che si chiede è un partito più aperto. Questi dati delle primarie dimostrano che da noi qualcosa sta saltando. E che tutta la Toscana potrebbe rapidamente cambiare».

Valeria Caldelli