Salvataggio Carismi, "certezze sui gioielli della città"

San Miniato, in campo il sindaco Vittorio Gabbanini. Il collega Toti di Castelfranco: "si dovrà capire anche perchè siamo arivati fin qui"

Il centro "I Cappuccini"

Il centro "I Cappuccini"

San Miniato, 27 settembre 2017 - Ci sono tavoli al lavoro ad oltranza, da Milano e Roma, per definire gli ultimi dettagli del primo step ufficiale dell’operazione che porterà la Cassa di Risparmio di San Miniato sotto il controllo dei francesi di Credit Agricole dopo 180 anni di vita autonoma e indipendente: l’offerta vincolante che aprirà nell’ambito dell’operazione di salvataggio delle ultime tre «casse» in difficoltà (San Miniato, Rimini e Cesena), ripulite – secondo gli accordi – di tutte le consistenti sofferenze. Operazione che vede protagonista il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, il cui schema volontario contribuirà all’operazione con 420 milioni più altri 90 milioni richiesti dal gruppo francese e messi a disposizione dalle banche partecipanti al Fondo. A questi si aggiungeranno 130 milioni da CariparmaCrédit Agricole. La cifra sarà usata anche per la ricapitalizzazione di Rimini e San Miniato.

Il closing, poi, è previsto per il 29 dicembre con il passaggio delle azioni. Così la Carismi, in rosso a due cifre da due anni, si salva, aprendo un nuovo capitolo della sua storia le cui incognite tengono oggi la città, il territorio, le istituzioni, i protagonisti economici del Comprensorio, con il fiato sospeso. «Vogliamo capire cosa accadrà e cosa resterà della banca – dice il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini –. Cosa accadrà ai dipendenti, se dovessero esserci razionalizzazioni dalla rete con chiusura di filiali; vogliamo certezze sui livelli occupazionali e vogliamo capire se resterà il marchio della banca e su quali rapporti i nuovi controllori imposteranno il rapporto con il territorio, anche nella gestione dei gioielli di famiglia: i grandi palazzi di San Miniato, dalla sede centrale ai Cappuccini che sono patrimonio della città». Le cose, se non tutte molte, si sa che sono destinate a cambiare. «Cosa lasceranno i nuovi proprietari a San Miniato – aggiunge Gabbanini – in termini di direzione e di centri decisionali? Speriamo, non so in quale forma o circostanza, che ci sia spazio per un confronto anche con le istituzioni». Anche Gabriele Toti, sindaco di Castelfranco, rilascia una dichiarazione: «Ci sono tante cose da capire e da chiarire – aggiunge – L’auspicio è che la banca mantenga il suo radicamento e la mission storica, il rapporto importante e proficuo con il tessuto economico e sociale. Poi ci sarà da capire perché siamo arrivati a questo punto e cos’è successo: questo è un passaggio importante che non potrà essere eluso»