"La nuova scuola media non fu mai fatta: Comune preferì la casa del popolo"

Ponte a Egola, l'imprenditore Vallini attacca e cerca nel passato le ragioni dei disagi di oggi. Dure accusa alla politica

Scuolabus

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Ponte a Egola, 17 gennaio 2019 - «Miopia politica». E’ Paolo Vallini, imprenditore, per tre legislatura consigliere comunale della Dc a San Miniato (dal 1975 al 1990) ad attaccare sui problemi, annosi, della scuola media di Ponte a Egola. Anche nei giorni scorsi, lo ricordiamo, un gruppo di genitori – sostenuti anche dal sindaco – hanno sollevato la problematica dei ragazzi assiepati sul marciapiede in attesa dell’ingresso. «Bisogna tornare agli anni ’70 – spiega Vallini – per capire perché siamo messi così. Allora davanti alla crescita delle nascite, con la scolarizzazione obbligatoria, si dovette affrontare il problema del’edilizia scolastica. Ecco che servivano visioni ampie, e soprattutto scisse dalle necessità di bottega e propaganda. Ma quelli erano anni favorevoli al Pci che preferì la nuova Casa del Popolo alla costruzione (fu fatto un ampliamento) di un’adeguata scuola media, anche se era chiaro che quell’edificio non sarebbe bastato per la necessità della scuola».  «Infatti manca la palestra, i ragazzi devono fare trecento metri nel traffico, non c’è una sala professori, oltre altre carenze». Vallini ricorda il lavoro che fu fatto dal suo gruppo proprio sulla problematica della scuola: «facemmo degli studi – spiega Vallini – insieme a Bagnoli, anche lui consigliere comunale, studiamo la questione, ci consultammo con professionisti, acquisimmo materiale e alla fine indicammo un’area dietro il villaggio Bottai, in via Contrada nuova dove, con pochi espropri per pubblica utilità, sarebbe stato possibile edificare la scuola ad un prezzo ragionevole: una struttura prefabbricata e modulare, con tutti gli spazi necessari e che tenesse conto soprattutto della prospettiva». Non ci furono versi, anche se la Dc indico come reperire fondi: un mutuo ventennale unito al risparmio di tanti affitti che l’amministrazione pagava per sedi discettate di uffici che avrebbero potuto essere riuniti nell’edificio di piazza Spalletti. La maggioranza – Vallini conserva sul tavolo le delibere ed i verbali di quei consigli comunali – preferì, dice «gli interessi di partito: l’amministrazione acquistò dalla Casa del Popolo gli immobili da destinare alla scuola media, e quella situazione che ebbero a definire provvisoria per giustificare il rigetto della nostra proposta diventò definitiva». Ecco che quarant’anni dopo, i nodi sono sempre sul tavolo. Fotografati a colori – perché siamo nel terzo millennio – e non nell’Italia in bianco e nero dove li avevamo lasciati.