«Babbo corri, ho trovato una lancia». Niccolò (5 anni) risveglia il guerriero

Guardistallo, il racconto dell’incredibile scoperta della tomba preistorica

Tommaso (il babbo) e Niccolò (il bimbo) Billi. Sono stati loro a ritrovare la tomba del guerriero

Tommaso (il babbo) e Niccolò (il bimbo) Billi. Sono stati loro a ritrovare la tomba del guerriero

Guardistallo, 20 maggio 2018 - «E’ stato un inciampo davvero fortunato». Tommaso Billi, orafo fiorentino, ed il suo piccolo Niccolò, di soli cinque anni, sono i due «eroi» incappati con un pezzo di un trapassato remoto che riemerge con una forza romantica e dirompente. Come una diga che sfonda i secoli, il destino di un guerriero glorioso vissuto cinquemila anni fa si annoda fatalmente alla vita di un babbo che porta a spasso il suo bimbo per giocare agli esploratori. «La cosa che più mi ha emozionato – racconta Tommaso – è stata la telefonata della soprintendenza che mi ha ringraziato, questo è il premio più bello che potessi ricevere». Per Niccolò ci sarà tempo per capire, elaborare o vantarsi, perché no, con gli amichetti quando sarà cresciuto. Perché scoprire il giaciglio in cui, dall’età del rame, un potentissimo capotribù si godeva il suo sonno eterno in un anonimo terreno di Guardistallo, accade raramente per un addetto ai lavori. Figuriamoci per un babbo che passeggia col figlio durante il pomeriggio di Pasqua. Si deve a a Tommaso, ed al suo Niccolò, la fortuna di aver riallacciato quel ponte fra le ere, scoprendo casualmente una mandibola e un pugnale. Portandoli, con grande coscienza, ai carabinieri. Innescando una campagna di scavi sensazionale che ha ci ha regalato la sepoltura del guerriero, con tanto di scheletro perfettamente conservato e corredo funebre.

Tommaso, ci racconti quell’incredibile giornata…

«Eravamo a Guardistallo per trascorrere la Pasqua con i nonni. Nel pomeriggio ho portato fuori Niccolò, ha una passione sfrenata per i dinosauri, da grande vuole fare il paleontologo, anche se lo dice a modo suo. Ci siamo organizzati, con qualche secchiello e giocattoli, e siamo andati a caccia di fossili. Abbiamo fatto sì e no una cinquantina di passi e ecco che Niccolò mi chiama: ‘Babbo, ho trovato una lancia’. Credevo si trattasse di una pietra. Poi Niccolò insisteva: ‘Babbo c’è anche un dente’. Ed ho visto questo molare spuntare dalla terra».

E cosa ha fatto?

«Ho controllato e mi è apparsa un’ arcata dentaria. Ho cercato di tenere i nervi saldi, perché ho pensato ad un cadavere. Poi ho guardato la ‘lancia’ che aveva trovato Niccolò e che il bimbo aveva messo nel suo secchiello. Non gli avevo dato peso sul momento. Sono un orafo, e quando ho controllato quel manufatto preso dalle manine di mio figlio, ho capito che si trattava di un pugnale antico. Roba che si vede solo nei musei. Guardi, era Pasqua come le ho detto. La caserma dei carabinieri era chiusa, ma il mattino seguente mi sono precipitato dalle forze dell’ordine perché ho intuito che quella passeggiata ci aveva fatto conoscere qualcosa di molto più grande di noi»

Infatti la sua intuizione è stata vincente…

«Le dico la verità. Qualcuno mi ha pure rimproverato per aver portato i reperti ai carabinieri. Ma io sono una persona estremamente corretta, non avrei mai potuto tenermi una cosa così preziosa. Per cosa poi, per esibirla in salotto? Per carità. E sono felice, perché così ho dato anche un insegnamento a mio figlio».

Ha spiegato a Niccolò cosa vi è capitato?

«Non capirebbe, è ancora troppo piccolo. Però ho spiegato tutto alla mia bimba più grande».

Cosa le ha lasciato questa incredibile esperienza?

«Gioia, tanta. Non scorderò mai la telefonata di ringraziamento della soprintendenza».