Testata mortale, condannato a sette anni

Dramma in una segheria a Bientina, confermato in appello l’omicidio preterintenzionale per l’operaio che aggredì un collega

Soccorsi

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Bientina (Pisa), 25 febbraio 2021 -  Restano sette anni di condanna per Zinhi Cullahj, 25 anni, di Santa Maria a Monte, ritenuto responsabile di omicidio preterintenzionale di un collega di lavoro. La Corte d’appello di Firenze ha confermato la decisione dei giudici pisani. Da quanto si apprende, ieri, in aula a Firenze, in sede di requisitoria la pubblica accusa aveva chiesto undici anni di reclusione. Il caso è quello della morte di Astrit Gerdeci, 45 anni di Bientina, albanese sposato con figli. Il suo cuore cessò di battere per le ferite e le lesioni troppo profonde.  

Gerdeci fu colpito – secondo la ricostruzione dei fatti emersa nelle indagini del carabinieri – con una violenta testata da Zinhi Cullahj. Secondo l’accusa l’aggressore voleva vendicare un’offesa ricevuta. I due, vittima e imputato, si sarebbero incontrati nello spogliatoio a fine turno l’8 marzo del 2018, quanto sarebbe nata una discussione e Gerdeci sarebbe stato colpito per futili motivi. I legali del 25enne, le avvocatesse Sara Baldini e Laura Deri hanno difeso con determinazione l’imputato, portando in appello anche l’esito di un lavoro di investigazione difensiva che poi si è tradotto messo nero su bianco nei motivi aggiunti. Ora i legali di Cullahj, attenderanno le motivazioni, per portante il caso davanti la Suprema Corte, presumibilmente, lamentando la mancata valutazione di elementi che avrebbero potuto scagionare il 25enne che si è sempre proclamato innocente. Del resto, poi, siamo davanti ad una vicenda della quale non ci sono testimoni oculari, non ci sono immagini di videosorveglianza, e inoltre "la vittima – aveva rilevato l’avvocato Baldini già dopo la prima sentenza di condanna – negli attimi in cui rimase cosciente non fece mai il nome del Cullaj".  

L’aggressione avvenne negli spogliatoi della ditta "Incontrato Nicola srl" – secondo quanto emerso dal primo processo – quando i due si trovano da soli e il più giovane avrebbe sferrato la testata al collega dall’esito in seguito mortale. Il 45enne di Bientina, albanese morì una ventina di giorni dopo il fatto per le ferite e le lesioni troppo profonde. C’erano delle ruggini tra i due? L’imputato ha sempre sostenuto di no: "lo conoscevo come collega, mai avuto problemi con lui", disse quando fu sentito davanti al collegio aggiungendo "io non ho fatto nulla a Gerdeci e soprattutto non ho mai detto di avergli dato un colpo in testa o una testata". Qualcosa però quel giorno accade e lo ammesso: "Mi offese per questioni di lavoro, ma feci finta di non sentire". E per i legali, che avevano trovato altri elementi difensivi, tutto il compendio probatorio – la ricostruzione dei movimenti in azienda nei minuti messi sotto la lente è stata fatta attraverso le testimonianze – sulla vicenda non basta per condanna. Nove le parti civili costituite.