Lo Stato si riprende la Testa Lorenzini

E’ uno dei reperti simbolo degli etruschi. L’appello: 'Torni a Volterra'

La testa della statua fu scoperta a Volterra e fu sequestrata negli anni 90

La testa della statua fu scoperta a Volterra e fu sequestrata negli anni 90

Volterra, 21 febbraio 2019 - La Testa Lorenzini torna nelle mani pubbliche. Sì, proprio così: uno dei reperti simbolo lasciati in eredità dai nostri antenati etruschi, è stato acquisito dal ministero per i beni e le attività culturali, esercitando un diritto di prelazione su proposta della soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. L’operazione ammonta a 355 mila euro: questa la cifra grazie alla quale il reperto potrà tornare ad essere un bene della collettività.

La scultura, di proprietà della famiglia Lorenzini, era stata venduta ad un collezionista privato: ed è a questo punto che è entrato in ballo il ministero, sfoderando un diritto di prelazione in base al vincolo esistente su questo capolavoro dell’arte etrusca. Si tratta di una testa maschile (forse raffigurante il Dio Apollo), di dimensioni superiori al reale, verosimilmente pertinente ad una statua di culto, reperto di grandissima importanza che fu definito dal grande archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli «la più greca delle opere etrusche».

La scultura, realizzata in marmo delle Apuane e attribuibile alla produzione etrusca tardo-arcaica (fine VI - inizi V secolo a.c.), può essere considerata il più importante frammento statuario di Volterra e, più in generale, una delle più sfolgoranti testimonianze scultoree dell’Etruria. Ma è anche un’opera che ha vissuto decenni e decenni di travagli: un dedalo contorto di battaglie legali, scandite dalle rivendicazioni di proprietà del reperto fra i Lorenzini e l’artigiano Maurizio Pazzagli, fino ad arrivare a scrivere la pagina più oscura, ossia il sequestro giudiziario avvenuto a metà degli anni ’90. Ed ora, la luce: la Testa è ancora «cullata» in un caveau segreto, ma presto tornerà a troneggiare nelle sale di un museo. Con un legittimo interrogativo che adesso martella: la storia ultramillenaria della Testa Lorenzini potrà incrociarsi di nuovo con i calanchi delle Balze? Insomma, questo scrigno farà, o meno, ritorno a casa? «Al momento non abbiamo ricevuto particolari comunicazioni per ‘riprenderci’ la Testa Lorenzini – spiega Fabrizio Burchianti, direttore del museo Guarnacci –. Regola vuole che un reperto, acquisito dallo Stato, venga poi esposto in una galleria nazionale. Personalmente, faccio il ‘tifo’ per un ritorno a Volterra della Testa Lorenzini, ma il ministero farà le proprie valutazioni.

Ovviamente il ritorno di questa opera sotto l’egida pubblica è un passaggio importante: la «Testa» ha un rilievo capitale per l’arte etrusca, al pari del Sarcofago degli Sposi o dell’Ombra della Sera, ed ha una rilevanza cruciale per tutta l’arte antica italiana». Un museo fiorentino potrebbe accogliere la Testa Lorenzini. Ma non è ancora detta l’ultima parola.