Spillava soldi al padre con minacce

Una 40enne accusata di estorsione e maltrattamenti in famiglia. La sorella si è costituita parte civile

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Ora lei, 40enne, dovrà difendersi dall’accusa maltrattamenti in famiglia perché, secondo la procura di Pisa, avrebbe sottoposto il padre, allora ammalato, a continue minacce e pressioni psicologiche – facendolo precipitare in uno stato d’ansia e di paure – volte anche a "spillare" soldi all’uomo. Tant’è che la stessa è accusata anche di estorsione consumata, in concorso con il compagno, ai danni dell’anziano: lo consideravano come un bancomat, secondo l’accusa, senza rispetto per l’età e il rapporto di parentela. I fatti risalgono al 2018 quando la coppia avrebbe iniziato a fare continue pressioni sull’uomo per appropriarsi di soldi in special modo quando riscuoteva la pensione. Ma non solo, i due 40enni, avrebbero approfittato non solo dei denari dell’anziano, ma anche del suo frigorifero che sarebbe stato più volte – nell’arco temporale dei fatti contestati – ripulito dalla spesa.

Un caso – avvenuto nel comprensorio del Cuoio – di cui si occuparono anche i servizi sociali. Quando scattarono le indagini la figlia ed il suo compagno furono sottoposti alla misura del divieto di avvicinamento alla casa dell’anziano – che nel frattempo poi è deceduto – e davanti all’abitazione, per un certo periodo, fu disposto, si apprende, un servizio di vigilanza privata proprio perché fosse garantita la massima protezione. All’esito delle indagini il compagno della donna – accusato appunto del solo reato di estorsione – ha chiesto ed ottenuto nei mesi scorsi di essere giudicato con un processo lampo, con rito abbreviato, ed è stato condannato a 3 anni e quattro mesi. Il 40enne, peraltro, era ancora fresco di una condanna a un anno e sei mesi per le pressioni fatte alla propria madre: richieste di denaro che avrebbero privato la donna – all’epoca del fatto – di decine di migliaia di euro. Due condanne in primo grado che potrebbero essere ancora pendenti davanti alla corte d’appello.

La compagna, invece – estranea alla vicenda della madre di lui – per i fatti relativi al proprio genitore ha scelto difendersi dal dibattimento. Nell’udienza dei giorni scorsi davanti al giudice monocratico del tribunale di Pisa è stata ammessa la sorella dell’imputata come parte civile, assistita dall’avvocato Gabrio Bagnoli del foro di Firenze. Il dibattimento entrerà nel vivo il prossimo autunno con i testimoni del pubblico ministero che, per gran parte, sono anche quelli della parte civile: le badanti che si occuparono dell’anziano, gli operati di polizia giudiziaria, i vicini di casa.

Carlo Baroni